Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
I dolci più buoni non hanno tempo, come questo Budino alla napoletana tratto da “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, ricettario ottocentesco di grande successo scritto da Pellegrino Artusi.
Se volete provarlo, il procedimento lo trovate di seguito.
Cito testualmente:
“Cuocete del semolino in tre bicchieri di latte, badando che non riesca troppo sodo.
Ritirato dal fuoco dosatelo con zucchero, una presa di sale e l’odore della scorza di limone; quando non sarà più bollente, aggiungete tre rossi d’uovo e due chiare, mescolando il tutto ben bene.
Prendete una teglia di rame di mezzana grandezza, ungetela col burro o col lardo e rivestitela di una sfoglia di pasta frolla grossa uno scudo.
Versate nella teglia un terzo del semolino e spargete sopra il medesimo, a qualche distanza l’uno dall’altro, dei pezzetti o cucchiaini di conserve di frutta diverse, quali sarebbero lampone, cotogne, albicocche ecc; sopra questo primo strato ponetene un secondo ed un terzo sempre rifiorendoli delle dette conserve.
Ricoprite il disopra del budino con una sfoglia della stessa pasta e inumidite gli orli con un dito intinto nell’acqua perché si attacchino fra loro.
Fategli qualche ornato, doratelo con rosso d’uovo e cuocetelo al forno.
Quando lo sformate, spolverizzatelo di zucchero a velo e servitelo freddo.
Alle conserve si può sostituire uva sultanina e candito a pezzetti” (Foto da: lacucinaeconomica.blogspot.it).
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