Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Anche se i più ricchi preferivano il vino, la bevanda nazionale dell’Antico Egitto era la birra, che veniva fatta con lo stesso impasto base del pane (https://www.pilloledistoria.it//9871/storia-antica/pane-nellantico-egitto).
Una volta pronta, la birra veniva poi conservata in recipienti specifici, in delle brocche speciali in pratica, che divennero il simbolo geroglifico della bevanda stessa.
Le maggiori informazioni sulla produzione della birra in Egitto le apprendiamo dalle pitture parietali, che illustrano perfettamente e con minuzia di particolari le fasi principali del procedimento attuato per ottenere la bionda bibita.
Molto amata da contadini ed artigiani, ma non disdegnata neppure dalle classi più abbienti, la birra egizia era a base di orzo, anche se a partire da Amenhotep II (Nuovo Regno) si preferì sostituire questo ingrediente con il farro; la birra risultante dall’orzo infatti era piuttosto torbida e necessitava di essere filtrata, quella prodotta dal farro invece era totalmente priva di residui e quindi da subito limpida senza alcun bisogno di interventi aggiuntivi.
Il lievito veniva ricavato da un composto alcolico che in genere era il vino di datteri, a sua volta ottenuto semplicemente pestando i datteri secchi con i piedi.
La mistura ottenuta, purificata, veniva posta in vasi d’argilla a fermentare; la birra ottenuta alla fine di questo laborioso processo di lavorazione risultava molto alcolica e di sapore simile a quello del nostro vino bianco (Foto da: oktoberfest-guida.it).
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