Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
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Un’antenata delle nostre boutiques: “la bottega del sarto”, da un affresco del Castello di Issogne (Valle d’Aosta)
Milano, Firenze, Bologna, Genova e Venezia divennero, in piena epoca rinascimentale, le “vie della seta” predilette del nostro Paese, città letteralmente pullulanti di grandi botteghe di lusso in cui si vendevano stoffe pregiate, e principalmente sete preziose, a privati cittadini e a mercanti.
Si trattava, in fondo, delle antenate delle attuali boutiques, negozi rivolti a gente facoltosa, che poteva permettersi di spendere cifre astronomiche per un solo abito.
In effetti gli abiti in seta, fra il ‘400 e il ‘500, potevano arrivare a costare quanto un piccolo podere, ma erano anche uno dei fiori all’occhiello del nostro artigianato ed una fonte di entrate impareggiabile dal punto di vista economico, oltre che l’articolo di maggior prestigio di tutta l’industria tessile italiana, esportato un po’ ovunque in grandi quantità (Foto da: flickr.com).
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