Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Mariangela Lavecchia, una ragazza laureata in Giurisprudenza, ha inviato a Pillole di Storia un articolo che ripercorre brevemente le tappe salienti intercorse tra il baratto e la compravendita.
Buona lettura.
Nel nostro ordinamento giuridico il contratto di compravendita è disciplinato dall’art. 1470 cc, ai sensi del quale una parte c.d. venditore trasferisce la proprietà di un bene o di altro diritto alla parte c.d. acquirente, dietro corrispettivo.
Le caratteristiche fondamentali della compravendita sono: la necessaria onerosità e la consensualità tra le parti, essendo il “principio consensualistico” uno dei principi cardini disciplinato dall’art 1376 cc, ai sensi del quale il contratto si perfeziona al semplice raggiungimento dell’accordo, che di per sé risulta essere sufficiente alla valida conclusione di esso ancor prima della consegna della cosa.
Questi elementi derivano da tempi più remoti.
Storicamente la vendita risale agli albori della civiltà umana e fu preceduta dal baratto consistente nello scambio, tra due o più soggetti, di cosa contro cosa, evento giuridico che attualmente è posto alla base del contratto di permuta.
Nel rispondere alle nuove esigenze di una società che stava sviluppandosi sempre più nacque l’uso della moneta, quale strumento di misura del valore di scambio, rappresentando così una merce unica e diventando il mezzo principale di ogni singolo rapporto.
Segue nel Diritto Romano una sorta di compravendita-baratto la c.d. “mancipatio”, consistente in un negozio solenne del trasferimento di proprietà.
Il compratore si prodigava ad eseguire una dichiarazione solenne circa il proprio acquisto dinanzi: al venditore, a cinque testimoni, a tutti i cittadini romani, ai puberi e ad un pesatore pubblico avente il compito di verificare il valore del bronzo o del rame, quale corrispettivo utilizzato come tale prima della moneta, la proprietà passava al compratore con il compimento dell’atto.
Momento centrale nella storia del contratto di vendita vede il passaggio dalla vendita reale arcaica alla vendita consensuale, derivante dal fronteggiare le esigenze del commercio internazionale al fine di rendere una maggior celerità negli scambi commerciali anche tra gli stessi romani, principio che risulta essere ancora attuale, ovviamente con le dovute modifiche, tanto è vero che nel Diritto Italiano il trasferimento della proprietà dal venditore al compratore avviene per il solo fatto che essi manifestano il consenso (Articolo scritto da: Mariangela Lavecchia) (Foto da: http://hot-183736.blogspot.it/2012/04/il-baratto-la-prima-forma-di-commercio.html http://www.alkemica.net/articoli/entry/2-crescita-personale/1171-il-ritorno-del-baratto)
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