Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Il Medioevo è probabilmente il periodo storico sul quale continua a persistere una quantità esagerata di pregiudizi, che finiscono, ovviamente, per inficiarne una lettura realmente veritiera ed obiettiva.
Pensiamo alla donna e al suo ruolo in società: chi non ha mai sentito dire che essa doveva solo sposarsi e fare figli?
Il che è pure vero, ma non è tutto.
In epoca medievale le ragazze potevano sposarsi già a 12 anni e in genere diventavano madri di un numero di figli che a noi sembra impressionante (9-10 non era una rarità), inoltre un giusto comportamento femminile, secondo i canoni dell’epoca, prevedeva che esse fossero sempre umili, modeste, caste, fedeli e laboriose (il buon andamento della casa, con tutte le incombenze che esso comportava, ricadeva in pratica soltanto sulle loro spalle), ma ciò non valeva per tutte e non accadeva dappertutto.
Dai numerosi atti notarili risalenti ai secoli medievali, nonché da documenti di altro genere, risulta che ci fossero allora molte donne economicamente indipendenti, maestre, artigiane, ostetriche, farmaciste, operaie che lavoravano con profitto e pagavano regolarmente le tasse.
Studiare non fu sempre un sogno irrealizzabile per le giovani medievali, tanto è vero che non mancarono letterate e scienziate, che per affermarsi nel proprio campo non esitarono a chiudersi in convento, l’unico luogo in cui era possibile indottrinarsi alla perfezione.
E non finisce qui: le donne votavano nelle assemblee sia cittadine che rurali e il loro voto aveva il medesimo valore di quello degli uomini (Foto da: http://www.letteraturaalfemminile.it e mondimedievali.net).
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