Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Una volta raggiunto lo scopo principale della sua vita, quello di diventare l’amante ufficiale del re, Madame de Pompadour attirò intorno alla propria persona l’odio implacabile di cortigiani e popolani.
Che una borghese qualunque, sebbene intelligente, bella e colta, fosse entrata nel letto di Luigi XV e ne influenzasse persino le scelte politiche, costituiva un affronto intollerabile per l’aristocrazia dell’epoca.
Ad un certo punto in ogni via e vicolo di Parigi iniziarono a risuonare canzoncine oscene all’indirizzo della putain Pompadour, mentre ovunque era possibile imbattersi in libelli che la insultavano e la prendevano in giro.
Il sovrano fu costretto a scomodare la polizia per punire i responsabili, che non vennero mai trovati, ad eccezione di qualcuno, che però non viveva nei bassifondi cittadini, ma a corte, dove i nemici della Marchesa erano assai numerosi.
Tra i più acerrimi c’era niente di meno che Jean-Frédéric Phélypeaux de Maurepas, segretario di Stato, autore di versi terribili nei confronti della favorita, che una volta scoperto venne, ovviamente, allontanato.
Ma cosa aveva scritto di così terribile Maurepas per provocare l’ira del re ed essere cacciato da Versailles?
Essendo venuto a conoscenza degli imbarazzanti problemi intimi che affliggevano la Pompadour, ovvero perdite dovute ad un’infezione all’utero, il malefico uomo politico si era premurato di far circolare “poesie” come questa:
“Incanti i nostri cuori; semini fiori sulla nostra via. Ma sono fiori bianchi”.
Alludendo, neanche troppo velatamente e in modo perfettamente comprensibile ai più, alle fastidiose perdite vaginali della sua vittima (Foto da: ladyreading.forumfree.it).
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