Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
A partire dal ‘700, alcuni tipici oggetti della quotidianità femminile si trasformarono in insospettabili strumenti di seduzione con i quali rispondere, affermativamente o negativamente, mostrando interesse o fastidio, al corteggiamento degli uomini, il tutto senza che i presenti si accorgessero di nulla.
Fu così, ad esempio, che con il ventaglio, all’epoca accessorio immancabile del look delle dame, si creò una sorta di linguaggio in codice attraverso il quale interagire segretamente con lo spasimante: un cenno piuttosto che un altro, muoverlo in un verso o nel suo contrario, lasciarlo scivolare a terra o raccoglierlo, azioni apparentemente semplici e normali, acquisirono un significato ben preciso, dando vita ad un discreto linguaggio amoroso all’insegna del gioco e dello charme.
Particolarmente importanti in proposito erano le stecche del ventaglio: aprirne tre significava “vi amo“, mentre contarle con le dita voleva dire “parliamone più tardi”.
E poi, come faceva un uomo a sapere quando una donna gli dava il successivo appuntamento?
Bastava che contasse quante stecche del suo ventaglio restavano aperte, il numero delle quali corrispondeva ai giorni di attesa (Foto da: ilclandimariapia.blogspot.it).
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