Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Gli antichi Romani, si sa, erano di costumi piuttosto liberi e gli uomini decisamente esperti nell’arte, a volte un po’ rozza, del corteggiamento.
Se le giovani da marito erano assolutamente intoccabili e non potevano essere insidiate in nessuna maniera, con le prostitute e le liberte, ovvero le schiave liberate, al contrario, ci si poteva sbizzarrire mostrando loro tutto il proprio originale campionario di “tecniche di rimorchio” più o meno efficaci, più o meno divertenti e più o meno galanti (o volgari).
Nell’Asinaria, opera del grande commediografo latino Plauto, vissuto nel III secolo a.C., si trova una simpatica “lista” dei “metodi di abbordaggio” preferiti dai romani dell’epoca, alcuni dei quali oggettivamente strani, eppure, pare, incredibilmente validi.
Tra i più curiosi, ci sono quello di tossire tirando fuori la lingua in direzione della ragazza oggetto dei propri desideri e asciugarsi il naso dopo uno starnuto sul dorso della mano (?!) approfittandone per inviare alla fanciulla un romantico bacio (Foto da: lacombriccolabiancoverde.it).
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