Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog

Marilyn Monroe con Tony Curtis sul set del film "A qualcuno piace caldo"

Marilyn Monroe con Tony Curtis sul set del film “A qualcuno piace caldo”

Tra i tanti dolori personali che funestarono la breve vita di Marilyn Monroe, ci fu anche quello di non riuscire a diventare madre: una serie incredibile di aborti spontanei contribuì a minare la salute mentale di una donna già fragile e spasmodicamente bisognosa d’amore.

Il giorno delle nozze con Joe di Maggio, leggenda del football americano, quando qualcuno chiese alla coppia quanti figli desiderassero avere, “minimo uno” fu la risposta dell’uomo, ma il destino aveva deciso diversamente.

Marilyn non riusciva a restare incinta e dopo gli opportuni accertamenti si scoprì che era affetta da endometriosi, una patologia uterina che le rendeva difficile il concepimento.

Nulla di insormontabile però: un intervento chirurgico avrebbe risolto la situazione.

Nel momento in cui l’attrice si sottopose all’operazione, il matrimonio con di Maggio era già finito.

Con il commediografo e scrittore Arthur Miller, sposato nel Giugno del 1956, il sogno di maternità di Marilyn sembrò finalmente realizzarsi, ma, sebbene rimasta incinta subito, nel mese di Agosto dello stesso anno la donna perse il figlio che aspettava.

Fu solo l’inizio.

Dopo che nell’estate del 1957 una gravidanza extrauterina aveva costretto Marilyn ad un altro aborto, nel 1958 la diva si scoprì incinta durante le riprese di uno dei suoi film più celebri, A qualcuno piace caldo, interpretato insieme a due mostri sacri di Hollywood, gli indimenticabili Jack Lemmon e Tony Curtis; la lavorazione del film fu tutt’altro che facile per la bionda star, terrorizzata all’idea di abortire ancora e psicologicamente instabile al punto da scoppiare in lacrime di continuo, facendo spazientire a volte sia truccatori che partners.

Purtroppo i timori non si rivelarono infondati, perché al terzo mese Marilyn perse anche questo bambino.

A quel punto la donna decise di rifugiarsi nell’analisi, iniziando un percorso di psicoterapia che, in pratica, non avrebbe più abbandonato (Foto da: ilblogsonoio.com).

Leave A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Condividi questo post, scegli il social che preferisci!

About the Author: Maria Paola Macioci