Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Se è vero che il nepotismo appartiene alla storia del potere e dei potenti da sempre, forse nessuno ne fu maestro quanto il famigerato papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia, che usò a piacimento i propri figli per fare e disfare alleanze, tessere oscure trame politiche, ordire complotti ed ottenere vantaggi di ogni tipo.
A pagarne le spese più degli altri, neanche a farlo apposta, fu Lucrezia, che in quanto femmina era, suo malgrado, la pedina perfetta da muovere a seconda delle necessità e delle voglie del momento.
Come?
Combinando matrimoni ovviamente, un’arma all’epoca insostituibile e pertanto decisamente abusata al fine di stringere (o rompere) accordi di comodo.
Lucrezia aveva solo 14 anni quando fu costretta dal padre a sposare Giovanni Sforza, signore di Pesaro e Gradara e nipote di Ludovico il “Moro“; lui era di molti anni più grande della ragazza, ma ciò poco, anzi nulla, importava di fronte alla possibilità concreta di potersi legare ad una delle famiglie più importanti e blasonate d’Italia.
Ma allora, si sa, il vento cambiava in fretta direzione, e dopo quattro anni fu lo stesso papa ad obbligare lo scioglimento del vincolo che lui stesso aveva ardentemente desiderato; la preoccupazione non era certo la felicità della figlia, problema del tutto marginale, ma il prospettarsi di un accordo migliore, di fronte al quale Alessandro costrinse Giovanni a giurare di non aver mai consumato le nozze.
Ora Lucrezia era formalmente libera di contrarre un secondo matrimonio con Alfonso d’Aragona, figlio illegittimo di Alfonso II di Napoli, un legame, pare, divenuto reale e forte grazie al sopraggiunto e forse inizialmente inaspettato innamoramento tra i due giovani, ma finito nella maniera peggiore, ovvero con l’orrendo e vile assassinio di lui da parte di Micheletto (o Michelotto), fido e degno scagnozzo di Cesare Borgia, che quanto a crudeltà, scelleratezza e ipocrisia non aveva nulla da invidiare al padre, anzi (https://www.pilloledistoria.it//3316/storia-moderna/cesare-borgia-fa-assassinare-cognato-marito-lucrezia).
Del resto i tempi (e le brame) erano di nuovo mutati e non si poteva di certo andare troppo per il sottile badando pure ai legami familiari.
Il terzo ed ultimo matrimonio di Lucrezia, maturata e forse ormai disincantata dopo le tristi esperienze passate, fu quello con Alfonso d’Este; come “signora di Ferrara” la figlia di Alessandro si comportò in modo quasi esemplare, riuscendo a farsi amare dalla nuova famiglia e dal popolo, impresa tutt’altro che scontata per una donna dai trascorsi tanto burrascosi.
Sui matrimoni, gli amanti (veri e presunti) e le vicende sentimentali di Lucrezia Borgia sono stati versati fiumi di inchiostro tanto appaiono romanzeschi e sotto molti aspetti inquietanti: tornerò sull’argomento, approfondendolo, al più presto (Foto da: galeryhip.com e wikipedia.org).
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