Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Ipocrisia e piaggeria sono mali di sempre e appartengono spesso ad ambienti elevati sia culturalmente che politicamente.
Non faceva eccezione, anzi potrebbe esserne definito l’emblema stesso, l’entourage dell’imperatore ai tempi dell’Antica Roma, qualsiasi sia il periodo di riferimento.
Il caso di Commodo ne è un esempio più che significativo; il figlio (forse) del grande Marco Aurelio, che non assomigliava al padre praticamente in nulla, era odiato a causa delle sue stranezze e della ferocia che non mancava mai di mostrare nelle situazioni più diverse, ma temendone le scombinate reazioni, ci si guardava bene dal dirlo apertamente, almeno finché era in vita.
Dopo la congiura che pose fine ai suoi giorni (https://www.pilloledistoria.it//6926/storia-antica/la-fine-cruenta-di-commodo), avendo finalmente campo libero, il Senato si scatenò dimostrando tutta la rabbia e il rancore che per anni era stato costretto a reprimere; Commodo fu sprezzantemente soprannominato imperatore gladiatore, poiché se era stato possibile tollerare la sua sconfinata passione per i giochi, arrivare a prenderne parte, per un membro dell’aristocrazia, era considerato un atto socialmente riprovevole e non ammissibile.
Così Commodo si trovò ad essere sarcasticamente apostrofato e apertamente deriso da quelle stesse persone che, in passato, non avevano perso occasione per esaltarne la vigoria fisica e la forza non comune (Foto da: llht.org).
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