Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Se è vero che da una parte ricevere un invito alla corte di Versailles era, è scontato, un grande onore, dall’altra, ciò costituiva anche un notevole impegno, poiché non era possibile comportarsi liberamente, ma ci si doveva per forza attenere alle regole di un rigido cerimoniale che andava rigorosamente osservato punto per punto.
Funzionava così.
Una dama invitata a corte aveva l’obbligo di giungervi puntualmente alle venti, in adeguato abito da cerimonia, e non poteva andarsene prima delle otto del mattino successivo.
In che modo trascorreva la notte?
In verità le cose da fare non mancavano.
Assisteva ad un’opera teatrale, a un balletto, ballava essa stessa, le era concesso di cenare due volte, di giocare a carte e a biliardo.
Ma guai a infrangere l’etichetta, come ad esempio sedersi ad un tavolo da gioco senza partecipare alla partita!
Un simile atteggiamento sarebbe stato sufficiente ad impedire il rinnovo dell’invito, con gran dispiacere e disonore della signora in questione (Foto da: film.it).
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