Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Il pervicace impegno di Commodo a rendersi inviso a chiunque, sortì l’effetto di provocare una congiura per toglierlo di mezzo, con gran soddisfacimento generale.
Sembra proprio che Commodo, Imperatore romano figlio (ufficialmente) degenere dell’immenso Marco Aurelio, al quale non assomogliava in nulla, abbia fatto di tutto per farsi odiare, riuscendoci alla perfezione; non potendone più delle sue crudeltà gratuite e delle sue insopportabili manie, si decise di eliminarlo per liberare la città dalla sua oppressiva tirannia.
Alla fine di Dicembre dell’anno 192 d.C., Commodo, dotato di una personalità piuttosto eccentrica, annunciò che il primo giorno dell’anno si sarebbe presentato al cospetto del popolo in veste di gladiatore (i giochi gladiatori erano sempre stati la sua più grande passione), ma venne tradito dalle persone a lui più vicine: la concubina all’epoca “in carica” Marcia Demetriade e il prefetto del pretorio Emilio Leto, decisero di accelerare gli eventi in precedenza stabiliti.
Su loro ordine l’atleta Narcisso, con il quale si erano accordati, spesso compagno di allenamento dell’Imperatore, afferrò Commodo per il collo e strinse fin quando l’uomo, che aveva 31 anni, gli morì tra le mani (Foto da: comingsoon.it).
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