Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
In verità non sembra che il giovane avesse mai fatto mostra di doti eccelse in un qualsiasi ambito, né si sono mai riuscite a comprendere le ragioni dell’odio smisurato nei confronti di Cesare, il quale, al contrario, lo amava moltissimo.
La carriera politica di Bruto ebbe inizio quando decise di seguire Catone, che era stato esiliato nell’isola di Cipro; in questa amena località Bruto si arricchì e trovò moglie, divenendo lo sposo di Porcia, figlia del suo padrino.
Tornato a Roma, egli si schierò con gli “optimates” contro il triunvirato costituito da Cesare, Pompeo e Crasso.
Se è vero che Bruto aveva ottimi motivi a giustificazione dell’astio che nutriva nei riguardi di Pompeo, che tempo addietro gli aveva fatto assassinare il padre su ordine del perfido Silla, non si comprende invece perché odiasse Cesare persino di più; era forse geloso della relazione che la madre Servilia intratteneva da tempo con il grande generale?
Può essere.
Qualche studioso ha azzardato l’ipotesi che Bruto fosse in realtà il figlio naturale di Cesare, tesi che, per ovvie ragioni, non si può né escludere né accertare, tuttavia è sicuro che il generale romano mostrò sempre un affetto profondo e sincero nei confronti di Bruto che, naturale o meno, considerò sempre come un figlio.
Dopo il celebre passaggio del Rubicone, Bruto arrivò addirittura a schierarsi con Pompeo, che però perse definitivamente la guerra civile nella battaglia di Farsàlo, circostanza che costrinse Bruto ad inviare una (penosa) lettera al vincitore in cui gli chiedeva scusa.
Cesare, mostrandosi davvero magnanimo e disponibile, non solo lo perdonò, ma accolse Bruto nella sua ristretta cerchia di intimi, lo nominò governatore della Gallia e poi anche pretore.
Ma neppure questo fu sufficiente a placare l’inspiegabile risentimento del giovane, anzi, livore e odio montarono addirittura più in fretta e dirompenti che mai, tanto da spingere Bruto ad unirsi agli assassini che alle Idi di Marzo del 44 a.C. tolsero la vita al dittatore.
Solo che Bruto non sopravviverà a lungo alla sua illustre vittima: si tolse la vita a Filippi, dopo la cocente sconfitta ottenuta contro le truppe di Ottaviano e Antonio. (Foto da: notizie.it).
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Bruto si ribellò sempre a Cesare perché quest’ultimo non aveva mai compreso il limite tra “utile” ed “honestum” , era perfino arrivato a farsi portare su una lettiga come un santo lungo i fori romani (cosa sconcertante e fuori discussione per un vero osservatore del “mos maiorum” come lo era Bruto)
Perciò Cesare , con la sua tracotanza, firmò la sua condanna a morte .
E’ una possibile spiegazione. Cesare era tracotante e fin troppo amante del potere, sapeva essere odioso ma anche grandissimo, era colto, intelligente, capacissimo. Bruto era un uomo mediocre, tutti i congiurati lo erano. Nessun paragone con Cesare