Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Chi era Ponzio Pilato?
Cosa sappiamo del governatore romano della Giudea che mandò a morte Gesù di Nazareth?
Pochissimo, in verità quasi nulla.
Chiacchiere non verificabili, ipotesi più o meno credibili e invenzioni fantasiose ci consentono di ricostruirne vita e tratti caratteriali con un’approssimazione propria più dei personaggi leggendari che di quelli storici.
Per il portale notizie.it riuscii a ricavare, cercando informazioni qua e là, una breve biografia di Pilato che ripropongo di seguito.
Le notizie biografiche su Ponzio Pilato sono scarse e incerte: per tutti, ovunque, lui è semplicemente l’uomo che condannò a morte Gesù.
Né ciò può stupire visto che l’unica fonte storica su questo personaggio è stata rappresentata, fino a qualche decennio fa, dai Vangeli, senza alcuna possibilità di raffronti.
Solo nel 1961, grazie ad una scoperta casuale, fu rinvenuta nel teatro di Cesarea, in Israele, un’epigrafe romana con la scritta “Pontius Pilatus, praefectus Iudeae”, prova inequivocabile della veridicità di quanto affermato nelle Sacre Scritture.
Origini di Ponzio Pilato e ipotesi sulla morte
Pilato apparteneva probabilmente alla famiglia vestina dei Pontii , di origine sannitica, e al ceto equestre.
Il giovane accettò malvolentieri la carica di governatore nella lontana provincia giudea, ove rimase per dieci anni distinguendosi per la durezza con cui era solito reprimere le frequenti ribellioni da parte degli abitanti della regione, mai rassegnatisi alla condizione di sudditanza nei confronti di Roma.
Sugli ultimi anni di vita di Pilato regna l’incertezza assoluta.
Per alcuni fu fatto giustiziare dall’Imperatore Caligola, secondo altri fu esiliato in Gallia ove morì suicida, qualcuno infine, lo vuole addirittura penitente e convertito al Cristianesimo, anche per influenza della moglie Claudia Procula, che aveva tentato in ogni modo di convincerlo a non mandare a morte Gesù di Nazareth (vedi anche: https://www.pilloledistoria.it//1729/storia-antica/come-mori-ponzio-pilato).
Il processo a Gesù e la moglie Claudia
E proprio riguardo al più celebre processo della Storia, è evidente l’atteggiamento riluttante di Pilato a esprimersi per la condanna estrema.
Le parole, l’aspetto, l’umiltà e i modi del giovane nazareno condotto al suo cospetto lo colpirono profondamente e gli fu impossibile addebitargli colpe che potessero giustificare quanto gli veniva chiesto di fare.
E infatti Pilato tentennò, prese tempo, chiese consigli, rimandò.
Alla fine, il governatore giocò la carta estrema di Barabba, ma non riuscì ad impedire una condanna che sentiva evidentemente ingiusta.
Forse, da buon romano alquanto superstizioso, egli ebbe anche paura di una punizione divina per essersi reso responsabile di quel sangue versato ingiustamente.
Pilato non ebbe figli ma fu legato da amore sincero alla moglie Claudia, donna colta, intelligente e nipote di Augusto, pertanto appartenente ad una delle famiglie romane più illustri e potenti.
Sembra che l’uomo tenesse in grande considerazione le opinioni della consorte, e certamente esse finivano con l’influenzare le sue decisioni politiche (Articolo tratto da: notizie.it) (Foto da: wikipedia.org).
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