Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog

Cibo. Le frodi alimentari sono vecchie quanto il mondo

Cibo. Le frodi alimentari sono vecchie quanto il mondo

Pensavate che la criminale abitudine di adulterare i cibi fosse una pessima invenzione della contemporaneità?

Niente di più sbagliato, poiché la Storia è costellata di frodi alimentari, la maggior parte delle quali molto pericolose per la salute umana; ecco di seguito un breve elenco delle più famose (e indecenti) in cui l’alimentazione e la cucina europee sono incappate nel corso dei secoli dal Medioevo all’800.

Intorno alla metà del ‘200, a Parigi, era facile imbattersi in birra cui erano state aggiunte delle bacche, che grazie al loro odore e sapore avevano lo scopo di mascherarne la cattiva qualità; il problema divenne così grave e diffuso, che nel 1292 la corporazione dei birrai della città fu costretta ad intervenire intimando di non perseguire nel comportamento crimonoso se non si voleva incorrere in gravi sanzioni.

Ancora nella capitale francese, nel 1396, un’ordinanza dovette vietare di vendere burro vecchio e rancido colorato o mischiato ad erbe aromatiche che ne contrastassero il sapore ormai stantìo.

Tra le altre frodi alimentari comuni nel Vecchio Continente ci furono quella dell’olio, spesso allungato con acqua, e del vino, che non si esitò a colorare di rosso con l’aggiunta di ossido di piombo, altamente tossico per l’organismo.

I cittadini inglesi del ‘700 dovevano invece prestare attenzione al consumo di gin, un liquore che spesso veniva mescolato all’acquaragia, mentre nell”800 il pericolo maggiore era costituito dal pane sbiancato con allume.

E come non ricordare il cacao ottenuto dalla polvere dei mattoni, la farina mescolata al gesso, il pepe tritato con i piselli, il al verderame, il pane fatto con ossa macinate e lo zucchero ottenuto dalla polvere di marmo? (Foto da: adieta.it).

2 Comments

  1. luke Marzo 5, 2015 at 9:09 pm - Reply

    Incredibile alla fine non erano così ignoranti

    • Maria Paola Macioci Marzo 7, 2015 at 8:15 pm - Reply

      Diciamo che l’uomo è sempre lo stesso, cambia il contesto, ma la sua natura quella è e quella resta

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