Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Vaslav Nijinsky era nato per danzare.
Il talento eccezionale e la capacità di ammaliare il pubblico con prestazioni inarrivabili, gli valsero addirittura la definizione di “ballerino di Dio“, a sottolineare una genialità che sembrava ispirata direttamente dall’alto.
Nell’articolo che scrissi per il portale notizie.it trovate le informazioni biografiche essenziali sul mitico danzatore ucraino.
La sua esistenza fu breve e difficile, tormentata da disturbi psichici ed afflitta dai problemi tipici delle personalità grandi, ma anche fragili e insicure.
Nella storia della danza contemporanea Vaslav Fomic Nijinsky, nato a Kijev nel 1890 da una coppia di ballerini polacchi trasferitisi in Russia, rappresenta una leggenda.
Entrato nella scuola di ballo del Teatro Imperiale di Pietroburgo a 10 anni, divenne parte della compagnia stabile dopo un solo biennio.
Talento eccezionale, grande virtuosismo, espressività e intensità di interpretazione, gli permisero di distinguersi nell’ambiente artistico ancora giovanissimo.
Il talento innato ed ineguagliabile di Vaslav Nijinsky e l’omosessualità
Nel 1908, il ragazzo fu talmente affascinante e convincente nel Don Giovanni di Mozart, che nel giro di breve tempo si trovò a lavorare fianco a fianco con le ballerine più rinomate del tempo.
Nello stesso anno, Nijinsky entrò nella compagnia di Sergej Pavlovic Djaghilev, partecipando alla tournée di Balletti russi a Parigi nel 1909.
In realtà, a legare il ballerino e il coreografo mecenate non fu solo il lavoro ma anche l’amore, poiché tra i due nacque una turbolenta relazione sentimentale che provocò un gran chiacchiericcio e qualche maldicenza nell’ambiente.
Dal punto di vista artistico però, i maligni non potettero far altro che tacere di fronte alla genialità di Nijinsky.
Interpretando presso il Théatre du Chatelet opere impegnative come Le pavillon d’Armide, Cleopatra, Le silfidi e altri balletti, lungi dal deludere le aspettative, l’artista riscosse un successo strepitoso.
L’anno dopo, durante la seconda tournée con Diaghilev, interpretando Carnaval, Sheherazade, Petruska e Spectre de la rose, riuscì meritatamente a farsi consacrare come il più grande ballerino della sua epoca.
Negli anni successivi Nijinsky si fece apprezzare anche come eccellente coreografo: suoi i celebri balletti Après-midi d’un faune, Le sacre du printemps, Jeux.
Intanto i contrasti sorti con Djaghilev lo convinsero ad abbandonare la compagnia e a mettere fine alla sua relazione omosessuale.
Il matrimonio, i problemi psichici e la morte
In seguito alla rottura con Djaghilev, Nijinsky decise di sposare la contessa ungherese Romola De Pulszky.
Molto è stato scritto su questo matrimonio e soprattutto sulle intenzioni reali che avrebbero condotto alla sua stessa celebrazione.
Secondo alcuni, il ballerino fu spinto alle nozze da interesse, secondo altri, la moglie fu responsabile del cambiamento caratteriale del giovane e della sua scelta di abbandonare il balletto classico per il cabaret.
Non potendo avventurarci in considerazioni che risulterebbero fallaci e avventate come sempre accade quando si pretende di entrare in quel campo minato che è l’intimità delle persone, ciò che si può affermare con certezza è che i coniugi ebbero un rapporto piuttosto conflittuale.
Non è troppo azzardato supporre che tali contrasti abbiano finito con il minare la salute mentale di Nijinsky, sempre più evidentemente compromessa.
Il ballerino iniziò a manifestare segni di squilibrio anche durante le ore di lavoro, rifiutandosi a volte di ballare perché timoroso che i colleghi lasciassero le botole del palcoscenico volutamente aperte per farlo cadere.
Nel 1919 l’epilogo: un pesante esaurimento nervoso pose fine alla sua breve ma ineguagliabile carriera.
Il ballerino più osannato della prima metà del XX secolo, si spense in una clinica di Londra, dove era in cura per schizofrenia, nel 1950.
Sepolto in un primo tempo nella capitale inglese, nel 1953 il suo corpo venne trasferito nel cimitero di Montmartre a Parigi.
Qui tuttora riposa, accanto ad altri personaggi famosi.
I Diari: l’altra eredità di Vaslav Nijinsky
I Diari scritti da Vaslav Nijinsky ci permettono di conoscere più a fondo l’uomo che si celava dietro le straordinarie ed applauditissime performances del danzatore.
Una personalità complessa ed estremamente sensibile, che accolse con dolore sgarbi e pettegolezzi sulla propria omosessualità, che non si sentì mai veramente capito dagli altri, e che ebbe nella danza la sua unica ragione di vita (Articolo tratto da: notizie.it) (Foto da: gazzettinodelchianti.it, famousbio.net, elisabettatesta.it e stylosophy.it).
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