Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Quello che riporto di seguito è uno dei post più divertenti tra tutti quelli che scrissi per il sito notizie.it, in quanto riguarda la malsana abitudine degli antichi cittadini romani di gettare i propri bisogni dalla finestra senza neanche premurarsi di vedere se qualche malcapitato passasse proprio in quel momento.
Ad informarci su questo aspetto poco raffinato, ma affatto inusuale, di Roma, è il poeta Giovenale.
[lightbox link=”https://www.pilloledistoria.it//wp-content/uploads/2014/10/untitled1.bmp” thumb=”https://www.pilloledistoria.it//wp-content/uploads/2014/10/untitled1-300×225.bmp” width=”300″ align=”center” title=”Un tratto della Cloaca Massima a Roma” frame=”true” icon=”image” caption=”Un tratto della Cloaca Massima a Roma”]Sapete quale era uno dei pericoli più frequenti e imbarazzanti nell’antica Roma?
No, non mi riferisco a rapine, scippi, omicidi e violenze, che pure erano all’ordine del giorno, ma a qualcosa di molto meno dannoso, sebbene poco piacevole da subire, di cui ci informa il grande poeta latino Giovenale: stando a quanto affermato dall’artista misogino per eccellenza infatti, quando si passeggiava per le vie di Roma, ancor più nella tarda serata o di notte, occorreva prestare attenzione alle finestre aperte, poiché si correva il rischio, affatto raro, di venir centrati in pieno dal contenuto dei vasi per i bisogni corporali!
Ciò succedeva soprattutto a causa della carenza d’acqua all’interno delle abitazioni; la maggior parte dei cittadini si riforniva presso le pubbliche fontane, ma non esistevano condotti di scarico e questo rendeva scomode le normali pratiche quotidiane.
Non mancavano poi i romani più scherzosi (e poco rispettosi) che erano soliti recarsi a fare i propri bisogni nei cimiteri, sulle tombe.
Questa pratica incivile, condusse a simpatiche forme di protezione delle lapidi, soprattutto attraverso iscrizioni che dovevano fungere da deterrente nei confronti dell’avventore di turno, sul tipo di questa: “Vedi (il tumulo) ha un monumento di ortiche: allontanati tu che ti appresti a fare i tuoi bisogni. Non è sicuro farli qui!”.
Lo smaltimento dei prodotti di rifiuto e delle acque nere avveniva attraverso un elaborato sistema di fognatura, quello delle cloache; il canale di scarico più importante, quello in cui confluivano tutte le immondizie della città era la celebre Cloaca Maxima, di cui si conserva ancora il tratto finale (ne vedete una parte nella seconda foto) (Articolo tratto da: notizie.it) (Foto da: caimiinternational.net e notizie.it).
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