Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Fondamentale nella cucina romana, l’uso dell’olio d’oliva subì una significativa riduzione nel periodo medievale, almeno in campo gastronomico, a vantaggio di altri grassi meno salutari ma più economici.
Strutto e lardo, non a caso, trovavano un largo impiego sulle tavole dell’età di mezzo perché a buon mercato e quindi accessibili anche alle famiglie meno abbienti, una scelta che non avvantaggiava né i sapori né la forma fisica, ma obbligata per chi non poteva permettersi di spendere troppo denaro per mangiare.
In siffatta società era pertanto normale che l’olio d’oliva, considerato un genere di lusso tra i cibi, trovasse spazio solo nei sontuosi banchetti dei ricchi, dove veniva usato soprattutto per condire a crudo le pietanze e durante la Quaresima, quando i precetti religiosi vietavano di consumare alimenti di derivazione animale.
In aggiunta a ciò occorre precisare che anche nel Medioevo, comunemente a molte altre epoche del passato, dell’olio d’oliva si faceva uso in vari ambiti (medico, cosmetico, sacro ecc…), il che ne imponeva un consumo parsimonioso in cucina (Foto da: alimentipedia.it).
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