Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Via col vento, il film più famoso della storia del Cinema, imponente kolossal dal fascino intramontabile, compie quest’anno 75 anni, ma non li dimostra.
Appartengo anch’io alla folta schiera di persone (tutte donne?) che (ri)guarda il film ad ogni replica riproposta in tv, nonostante conosca ormai tutte le sequenze e le battute a memoria; mi sono chiesta un’infinità di volte quale sia il segreto del successo imperituro di questa pellicola, ma non sono certa di averlo scoperto.
Escludendo la spiccata simpatia della protagonista femminile, una donna insopportabilmente frivola e capricciosa, la grazia di quello maschile, un uomo fin troppo rude e sgarbato, la mascolinità del conteso Ashley, sensuale quanto una patata bollita, restano, credo, l’indiscutibile talento del cast, principale e secondario (anche l’ultima delle comparse in Via col vento potrebbe dare lezioni di recitazione a molti attori di oggi…), la regia da manuale, la magnificenza dei costumi di scena e la riuscita di certe indimenticabili frasi divenute di culto, il che non è poco, in effetti.
Se aggiungiamo la perfetta mescolanza di due elementi vincenti quali l‘amore e la guerra, il gioco è fatto.
Su Via col vento è stato detto e scritto tutto probabilmente, ma cercando qua e là in internet, su riviste e libri, ho trovato qualche curiosità forse meno conosciuta, che ho raccolto in questo post.
Tra gli otto premi Oscar vinti da Via col vento non figura quello per il miglior attore protagonista, per il quale Clark Gable ebbe la nomination senza riuscire ad arrivare alla vittoria finale.
Sembra che l’attore, piuttosto instabile di carattere e con una pericolosa propensione al vizio dell’alcool, non avesse accolto affatto bene la decisione, che gli parve una grave ingiustizia nei suoi confronti.
Tanto più che Vivien Leigh, sua partner femminile nel film, aveva ottenuto la statuetta.
Per il ruolo del burbero Rhett Butler venne inizialmente contattato Gary Cooper, che però declinò l’offerta accompagnando il suo rifiuto con queste parole: “Via col vento sarà il fiasco più clamoroso della storia, sono felice che sarà Clark Gable a perdere la faccia e non io”.
Molto poco lungimirante, direi.
Hattie McDaniel fu la prima attrice afroamericana a vincere un Oscar per il ruolo dell’indimenticabile Mammy, la simpatica e bonaria domestica di casa O’Hara, in Via col vento, un evento che che segnò un momento di fondamentale importanza nel lungo e difficile cammino di lotta alla discriminazione razziale nell’America tra gli anni ’30 e ’40.
Siamo alla fine del film e Rhett, stanco di sopportarne i continui capricci e l’eterna infatuazione per Ashley, decide di abbandonare Rossella; all’accorata domanda di lei, che gli chiede “se te ne vai, cosa ne sarà di me?”, con aria sprezzante l’uomo le risponde “Francamente, mia cara, me ne infischio“, dando voce ad una delle battute più memorabili del Cinema hollywoodiano.
In realtà la realizzazione di questa scena, con relativa battuta, comportò per la produzione qualche problema, dovuto alla presenza, all’interno della citazione, del termine “damn”, più o meno equivalente al nostro “Accidenti!”, ma anche a qualcosa di più colorito, un’imprecazione all’epoca inammissibile, ma giudicata dalla produzione essenziale per la sua efficacia; la disputa venne risolta con il pagamento di una multa da parte di David O. Selznick.
Chi è il regista di Via col vento?
Ufficialmente Victor Fleming, ma è risaputo che dietro la cinepresa, durante la lavorazione del film, si siano succeduti altri due “mostri sacri” di Hollywood, ovvero George Cukor e Sam Wood.
Non stupisce che ne sia venuto fuori un capolavoro.
La scelta dell’attrice per il ruolo di protagonista fu talmente lunga e difficile da seguire alle riprese del film, iniziate senza di lei.
La britannica Vivien Leigh sbaragliò all’incirca 1400 agguerrite concorrenti, tra cui molti nomi noti; bravissima, femminile e sexy, con i suoi vivaci occhi verdi e il fisico minuto e aggraziato, fu considerata perfetta (e a ragione!) per il ruolo di Rossella.
Via col vento fu la prima pellicola a colori ad essere premiata con l’Oscar, otto per la precisione (Foto da: officialcinema.net, immobiliare.it, pinterest.com, classicmoviemusicals.com, parlandosparlando.com, wikipedia.org, larena.it e bananaecioccolato.blogspot.it)
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Forse il premio Oscar l’hanno inventato apposta per poterlo assegnare a Via col Vento. Sta di fatto che nessun regista e produttore hanno mai avuto l’idea di rifarlo di nuovo. Nessun regista e produttore europeo saprebbero rifarlo, e nessun regista americano invece ne avrebbe il coraggio rispettando questa grande opera. Sarebbe come rifare di nuovo, non copiare, la Gioconda.