Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog

Luigi XVI verso il patibolo. Le cronache dell'epoca sono in certi punti discordanti l'una con l'altra

Luigi XVI verso il patibolo. Le cronache dell’epoca sono in certi punti discordanti l’una con l’altra

Salendo i gradini della ghigliottina nella fredda mattinata del 21 Gennaio 1793, l’ex re di Francia Luigi XVI, che sul palco del patibolo aveva speso le sue ultime parole per ribadire al popolo e al mondo la propria innocenza, suscitò in Francia e nel resto d’Europa sentimenti contrastanti tra giubilo, angoscia e dolore.

Dell’evento, che come facilmente intuibile ebbe un’eco vastissima dentro e fuori i confini nazionali, ci restano resoconti diversi che non sempre collimano perfettamente l’uno con l’altro, fondamentalmente per ragioni ideologiche e politiche.

Quella che segue è la cronaca che dell’avvenimento fece il Magicien Républicain, un giornale dell’epoca avverso alla Monarchia, ma abbastanza essenziale e scarno nel racconto da indurci a ritenerlo piuttosto veritiero:

“La carrozza arrivò alle dieci e un quarto ai piedi del patibolo (…) Arrivato a quel luogo terribile, Luigi Capeto fu consegnato ai carnefici. Questi si impadronirono di lui, gli tagliarono i capelli, lo spogliarono e gli legarono le mani dietro la schiena. Poi gli domandarono per tre volte consecutive se avesse ancora qualcosa da dire o da dichiarare al suo confessore. Poiché continuava a rispondere di no, l’abate lo abbracciò e, lasciandolo, gli disse: “Andate, figlio di San Luigi, il Cielo vi attende”. Allora fu fatto salire sul patibolo (…) riuscendo così ad avanzare fin sull’orlo del palco palesando il desiderio di pronunciare un discorso ai cittadini (…) Scoppiò un’agitazione fra tutti i cittadini armati (…) Allora il comandante Santerre ordinò saggiamente e prudentemente che i tamburi continuassero a rullare e che i boia compissero il loro dovere (…). L’ordine fu subito eseguito. I carnefici lo afferrarono, lo condussero alla tavola fatale, ma egli pronunciò con voce alta e chiara queste parole: “Muoio innocente dei delitti di cui mi si accusa. Perdono coloro che mi uccidono. Che il mio sangue non ricada mai sulla Francia!” . La lama vendicatrice piombava sul suo capo colpevole. Staccandoglielo” (Foto da: superstoria.it).

 

 

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About the Author: Maria Paola Macioci