Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Nello squallore generale che da troppo tempo ha ormai invaso il panorama politico italiano, consoliamoci, come spesso ci tocca fare, con i fasti del passato.
Ebbene si, anche l’Italia ogni tanto, diciamo pure di rado, è stata governata da buoni politici, e neanche molto tempo fa; Camillo Benso Conte di Cavour è uno di quei personaggi che vale la pena conoscere più da vicino, sia nel privato, di cui in realtà non si sa granché data la naturale riservatezza dell’uomo, sia nell’operato pubblico, di sicuro più conosciuto.
L’articolo che segue lo scrissi per notizie.it
Camillo Benso conte di Cavour, uno dei più grandi uomini politici italiani, nacque il 10 Agosto del 1810 dal nobile piemontese Michele Benso e dalla ginevrina Adele di Sellon.
Il suo nome non fu scelto a caso ma per onorare Camillo Borghese e Paolina Bonaparte (sorella di Napoleone), che lo avevano battezzato.
Ragazzino intelligente e precoce, non mostrò mai un grande interesse per lo studio, preferendo di gran lunga la pratica alla teoria; amava fare esperienze dirette su ogni cosa, a volte mettendosi nei guai e procurando grattacapi ai genitori.
Dal 1820 al 1825 il giovane Cavour studiò in Accademia, e in seguito, divenuto ufficiale del Genio, fu inviato in varie parti d’Italia finché nel 1830, a Genova, conobbe Anna Giustiniani, di cui si innamorò, provocando uno scandalo generale poiché la donna era sposata e madre di due figli.
All’età di 22 anni Camillo ottenne il primo successo politico della sua sfolgorante carriera facendosi eleggere sindaco di Grinzane, dove la famiglia paterna vantava vari possedimenti.
A 25 anni Cavour intraprese un viaggio in varie città europee, tra cui Parigi, Londra e Bruxelles, per studiare la realtà economica e sociale di quei posti e trarne insegnamento per il futuro.
L’anno che segnò la svolta decisiva nella sua vita e nel cursus politico fu il 1847, quando divenne direttore della rivista Il Risorgimento, che gli consentì di distinguersi per il pensiero moderato basato sul concetto di juste milieu, a significare la giusta distanza fra tutti gli estremismi.
L’anno successivo fu eletto deputato al Parlamento di Sardegna e nel 1850 divenne pluri-ministro di agricoltura, commercio, marina e finanza per il Governo.
Trascorse solo un biennio e Cavour, in accordo col capo dell’opposizione di Sinistra Urbano Rattazzi, provocò il rovesciamento del governo D’Azeglio e ne prese il posto.
Le linee essenziali della sua politica di Presidente del Consiglio furono: maggior libertà commerciale a scapito di un retrogrado e troppo accentuato protezionismo; grandi investimenti nelle infrastrutture, tese all’ammodernamento del Paese; tassazione diretta e non più indiretta, ovvero su beni e redditi e non sui consumi.
In politica estera Cavour si rivelò uno stratega intelligente e brillante, consentendo all’Italia di ottenere notevoli benefici e grande prestigio internazionale.
Subito dopo la guerra di Crimea Cavour ne approfittò per portare alla ribalta il problema italiano e per far capire quanto fosse nefasta la presenza dell’Austria per le sorti della Penisola, confidando nell’aiuto di Napoleone III; per essere più convincente non esitò a mandargli nel letto sua cugina Virginia Oldoini, meglio nota come Contessa di Castiglione, donna bella e spregiudicata, a metà tra l’agente segreto e la escort.
La strategia funzionò, poiché l’Austria fu cacciata dalla Lombardia e la Francia ottenne, a titolo di risarcimento (solo) Nizza e Savoia; avevamo perso qualcosa, certo, ma avevamo anche guadagnato molto.
La morte di Cavour, improvvisa e inaspettata, alimentò una serie di voci, più o meno fantasiose; il conte era ancora giovane, appena cinquantenne, e sembrava godere di ottima salute, per questo la scomparsa suscitò enorme sorpresa.
Qualcuno insinuò che fosse stato avvelenato per volere di Giuseppe Garibaldi, che non aveva potuto perdonargli la cessione di Nizza, sua amata città natale; l’ipotesi sembrerebbe tuttavia del tutto improbabile, non essendoci prove neanche minime a sostegno.
Più probabilmente, Cavour morì in un letto “scomodo” perché imbarazzante, quello di Bianca Ronzani, ballerina di origine ungherese, separata, con cui aveva da tempo intrecciato una relazione.
Ufficialmente, l’ultima visita dello statista nella casa dell’amante, avvenne il 29 Maggio 1861, ma non è escluso che si trovasse presso di lei il 6 Giugno successivo, giorno della morte del conte, avvenuta, secondo il referto medico, per febbri malariche contratte in precedenza.
Una folla commossa e piena di gratitudine partecipò ai funerali solenni dello statista, primo Presidente del Consiglio dell’Italia Unita, il 7 Giugno a Torino, prima della sepoltura a Santena nella cappella di famiglia.
La tomba di Cavour fu dichiarata monumento nazionale nel 1911 (Articolo tratto da notizie.it) (Foto da: wikimedia.org e makeinsud.com).
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