Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
L’articolo che segue è stato inviato a Pillole di Storia da Alessandro Vigini, proprietario e curatore del sito arteseduzione.it; lo pubblico volentieri perché tratta aspetti interessanti e curiosi sulla sessualità nel passato, un argomento che nel mio blog attrae sempre un gran numero di persone.
Buona lettura.
Partiamo sfatando un mito che ancora oggi ci accompagna: la pornografia e ciò che ne consegue, come anche tutto ciò che vi ruota attorno, esiste da tempi antichissimi.
Chiunque creda che il fenomeno pornografico si sia sviluppato in epoca moderna in conseguenza delle sempre più diffuse idee di libertà sessuale, l’utilizzo indiscriminato del sesso su internet e in tv si sbaglia, o meglio, il fenomeno è sicuramente cresciuto molto ma esiste da tempi remoti.
Sin dal primo periodo del secondo millennio a.C., in età Babilonese, nelle zone del loro antico impero si è venuti a conoscenza dell’esistenza di molte raffigurazioni su tavolette di uomini impegnati in atti sessuali.
La cosa fa ancora più clamore considerato che oggi la religiosità musulmana presente in quelle zone impone una castità sacra e l’assoluto divieto di far sfoggio di sessualità.
Il ritrovamento di placche rappresentanti atti sessuali dimostra che già nell’ antichità l’espressione e la rappresentazione di tali azioni era richiesta e spesso veniva abbinata al gesto del bere che simboleggiava, si pensa, il sesso orale.
La cosa curiosa è che questo dimostra una specie di forma di rappresentazione sessuale che anticipa il poi famoso kamasutra, infatti le placche di terracotta ritrovate mostrano una incredibile varietà di posizioni; non si sa con certezza la destinazione d’uso di queste rappresentazioni, ma la varietà di luoghi in cui queste sono state ritrovate lascia intendere che fossero esposte anche in posti pubblici e che fossero di libero accesso, a dimostrazione che il sesso all’epoca non era affatto un tabù.
Ciò che è certo è che la sessualità veniva vissuta non come una cosa volgare ed era un aspetto ricorrente nell’arte e nella letteratura degli antichi Sumeri e Babilonesi.
Già 4000 anni fa dunque esistevano notevoli differenze nel modo di rappresentare e di vivere la sessualità: basta infatti spostarsi a guardare le vicine e contemporanee culture Israelite per riscontrare come, rispetto ai Babilonesi, la rappresentazione grafica della sessualità era molto meno aperta e veniva accettata con molta meno disinvoltura, venendo infatti relegata ai bordelli.
Nonostante la vicinanza geografica, la cultura e la religione dimostrano una fondamentale influenza nel modo di esprimere ed esporre i valori ed i comportamenti in campo sessuale.
Come si combattevano le gravidanze indesiderate?
In tempi remoti, non potendo avvalersi di internet o di consultori esperti, non restava altro che ricorrere ai rimedi delle nonne e alla tradizione popolare.
Si ricorreva per lo più a rimedi “naturali” spesso dannosi come ad esempio l’introduzione in vagina di piombo e olio di cedro o d’oliva, a seconda della zona geografica, con risultati assolutamente dannosi ed inefficaci allo scopo; spesso ci si ungeva con olio di oliva le parti intime o lo si ingeriva.
A volte si ricorreva ad un tampone intriso di una miscela ricavata da miele, punte di acacia e carbonato di sodio, con l’intenzione di impedire il concepimento.
Ippocrate, medico greco, suggeriva, subito dopo il rapporto, di saltellare ripetutamente cercando di sollevare il più possibile all’indietro i talloni e verificare che il seme maschile fosse fuoriuscito completamente.
L’impotenza nei tempi antichi
Prima dell’avvento del viagra e quando cure mediche adeguate erano ancora lontane dall’essere scoperte, ci si arrangiava con improbabili rimedi naturali che ovviamente si tramandavano di padre in figlio su basi tutt’altro che scientifiche.
Alcuni medici e filosofi medievali consigliavano carne di passero e pene di lupo cotto al forno, tagliato a piccoli pezzetti e mangiato in quantità, per ottenere una irrefrenabile voglia di sesso, in quanto il passero era visto come un uccello molto passionale e il lupo come un animale duro e istintivo.
Le popolazioni americane sostenevano che mangiare i testicoli degli animali uccisi con la caccia rinvigorisse il membro del guerriero che vi si nutriva.
Non serve andare tanto in là col tempo: fino poco tempo fa, e se ci pensiamo ancora oggi, ci sono sempre stati moltissimi sostenitori di svariati rimedi naturali in questo campo, legati a piante o cibo, vedi il peperoncino le ostriche ecc ecc… (Articolo scritto da Alessandro Vigini, arteseduzione.it) (Foto da: ilpalazzodisichelgaita.wordpress.com e ilmioblog-annamaria.blogspot.it).
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