Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Maria Antonietta, che era cresciuta ed era stata educata negli asburgici palazzi d’Austria in modo piuttosto libero, non riuscì mai ad accettare e ad adattarsi pienamente alla rigida etichetta della corte francese, che pretendeva di regolare la vita dei sovrani ventiquattro ore su ventiquattro, anche per le questioni più banali.
Alla corte di Versailles ogni azione del re e della regina doveva obbligatoriamente essere svolta secondo quanto previsto dall’etichetta, che non ammetteva eccezioni o deroghe di alcun tipo.
La contessa di Noailles, una donna fissata con il rispetto dell’etichetta fino alla paranoia, ossessiva e petulante, era la cerimoniera di corte, dalle cui grinfie ed “amorevoli cure” la giovane consorte di Luigi XVI tentava di sfuggire appena possibile, tanto si sentiva soffocata e bersagliata da continue critiche.
In proposito si racconta l’aneddoto seguente.
Si dice che un giorno Maria Antonietta, allegra e vivace per carattere, cercando di cavalcare un asino, fu disarcionata e cadde; “Presto! presto! – gridò allora agli astanti– correte a chiedere alle contessa di Noailles cosa, secondo l’etichetta, dovrebbe fare una regina che è caduta da un asino!” (Foto da: paperblog.com).
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