Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Anche questo post, come il precedente (https://www.pilloledistoria.it//5284/storia-antica/cicerone-dellomosessuale-cesare-in-senato), lo scrissi per notizie.it ed anch’esso riguarda la proverbiale “linguaccia” (o il coraggio…) di Marco Tullio Cicerone, sempre pronto ad apostrofare i nemici politici con epiteti al limite dell’oltraggio.
Le Filippiche, scritte e pronunciate contro Marco Antonio, costeranno all’oratore arpinate la vita.
Al contrario di quanto comunemente si crede, non è del tutto vero che a Roma l’omosessualità fosse considerata un costume positivo; ciò valeva per la Grecia, dove i rapporti tra adulti e ragazzi dello stesso sesso erano giudicati educativi, ma non nel mondo romano, in cui al contrario la pederastia era malvista, sebbene comunissima.
In realtà, più che l’omosessualità in sé, era quella passiva a scatenare improperi e derisione.
Un uomo che si abbandonasse a tale tipo di sessualità era giudicato un debole, una persona dall’indole e dai principi non conformi a quelli considerati adatti ad un civis romano, in quanto avvezzo ad una pratica di sottomissione da rigettare con tutte le forze.
Era di questo parere anche Cicerone, il grande oratore arpinate che nella sua oratoria non mancava mai di deridere gli uomini che facessero questo tipo di scelta, che riteneva effeminati e risibili.
Cicerone non risparmiò neanche Marco Antonio: nelle Filippiche lo accusò di essersi “sottomesso“ per denaro, e di essersi pertanto comportato alla stessa maniera di una “prostituta” (Articolo tratto da: notizie.it) (Foto da: buonsenso.eu e arquivom.files.wordpress.com).
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