Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Gli affreschi di Pompei raccontano usi e costumi di migliaia di anni fa con molta più efficacia, probabilmente, di quanto potrebbero fare le parole.
L’immagine a fianco mostra un tipico momento di vita quotidiana nella città prima che la tragica eruzione del Vesuvio la inondasse di lava nel 79 d.C.: vi si vede un fornaio impegnato a vendere pane agli avventori.
Nel corso del II secolo a.C. il lavoro dei fornai iniziò man mano a sostituire la panificazione casalinga e nel I secolo a.C. a Pompei si potevano contare decine di forni perfettamente attivi, costituiti da grandi macine in pietra lavica azionate da schiavi o asini.
Il banco di vendita non era una costante dei panifici dell’epoca, che di solito si servivano di ambulanti.
Il pane, come si può notare, era venduto sotto forma di pagnotte in genere tonde (ma anche allungate) già suddivise in spicchi per facilitarne il taglio; un marchio impresso sulla superficie con un apposito stampo ne indicava il produttore.
La qualità del pane romano non era eccellente: duro e mal lievitato, a lungo venne preparato utilizzando esclusivamente farina di farro.
Per il pane di frumento bisognerà attendere il III secolo d.C (Foto da: ristonews.com).
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