Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Spesso e volentieri impegnati nelle piacevoli pratiche dell'”ars amatoria“, i Romani avevano la necessità di porre un freno alle malattie veneree e alle gravidanze indesiderate.
Pratici e ingegnosi, i maschi potevano contare su preservativi che definire stravaganti o bizzarri è riduttivo.
Un preservativo piuttosto diffuso era quello realizzato con i peli della criniera di una mula.
Affinché esso fosse realmente efficace ed esplicasse persino un benefico potere contro gli spiriti maligni però, era indispensabile che i suddetti peli venissero intrecciati dagli amanti stessi, insieme.
Di sicuro più inquietante e macabro, anche se probabilmente meno scomodo, era il cosiddetto “preservativo della vittoria“, fatto con la pelle o i muscoli, preventivamente stesi e ammorbiditi nell’olio, dei nemici caduti in battaglia, un anticoncezionale che per i Romani era sinonimo stesso di virilità.
Infine c’era il preservativo realizzato con la guaina di vescica secca di capra: per tenerlo ben fermo e a posto bastava corredarlo di appositi legacci in cuoio o corda (Foto da: lagazzettapalermitana.it).
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