Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
La storia di Marilyn Monroe non è diversa, in fondo, da quella di molti altri divi del Cinema: da una parte la vita pubblica, invidiabile e sfavillante, dall’altra quella vera, tutt’altro che rosea.
Prima di finire improvvisamente il 5 Agosto del 1962 in circostanze mai chiarite, l’esistenza della diva hollywoodiana più bionda, svampita e osannata del ‘900 fu costellata di drammi, dolori, fatiche ed ombre che ne minarono pesantemente il già precario equilibrio psicologico, condannandola ad un’infelicità senza rimedio, dalla quale non sarebbe mai riuscita a liberarsi e che fu causa, forse, della sua morte.
Questa è la breve biografia di Marilyn Monroe che scrissi per il portale notizie.it.
La vita di Norma Jane Baker fu in salita fin dall’inizio: nata il 1 Giugno del 1926 a Los Angeles, California, fu figlia illegittima di Gladys Monroe e non si conobbe mai l’identità del padre.
L’infanzia non fu delle migliori; la madre, instabile psicologicamente e perseguitata da gravi problemi economici, decise di dare la bambina in affidamento a diverse famiglie, finché, a nove anni, la piccola Norma Jane si ritrovò in un orfanotrofio.
Nel 1942, a soli 16 anni, la ragazza sposò Jimmy Dougherty, collega nella fabbrica in cui lavorava da qualche tempo come operaia, ma l’amore naufragò in un divorzio dopo soli quattro anni.
Nel frattempo, nel 1944, Norma Jane, che si era trasformata in una bella ragazza dalle curve mozzafiato, aveva posato per un servizio fotografico che avendo riscontrato un notevole successo, la convinse ad intraprendere la carriera di modella.
Nel 1945 le sue foto campeggiavano su tutti i giornali e lei divenne popolarissima.
Il 23 Luglio del 1946, dopo aver firmato un vantaggioso contratto con la 20 th Century Fox, una delle più potenti case cinematografiche hollywoodiane, la neo attrice decise di assumere Marilyn Monroe come nome d’arte, in omaggio alla nonna materna e alla famosa star Marilyn Miller; da questo momento nasceva un mito che sarebbe stato celebrato più come personaggio di celluloide che per vero talento, di cui tuttavia la diva non era del tutto sprovvista.
La nuova star, diventata nel frattempo uno dei personaggi più rappresentativi e presenzialisti del jet-set internazionale, se la cavò egregiamente nelle commedie brillanti in cui quasi sempre interpretava il ruolo della bella bionda svampita, il più ovvio e congeniale per una donna dalla fisicità prorompente ed esplosiva, che ne ha fatto un sex symbol senza tempo.
Alcuni titoli appartengono alla storia del cinema e meritano di essere ricordati: Giungla d’asfalto (di John Huston), Eva contro Eva, Fermata d’autobus, Il principe e la ballerina, Gli uomini preferiscono le bionde, Quando la moglie è in vacanza, Gli spostati, solo per citare i più famosi.
Nonostante l’enorme popolarità, il denaro, le amicizie influenti, la vita privata di Marilyn continuava ad essere un disastro; affetta da turbe psichiche (pare avesse l’abitudine di non indossare slip, anche nei giorni del ciclo mestruale…) e da momenti di forte depressione che la rendevano instabile e perennemente insoddisfatta, inanellò delusioni continue che finirono con l’aggravare irrimediabilmente lo stato della sua salute mentale.
Il matrimonio con Joe Di Maggio, popolare e amato giocatore di Football, celebrato il 14 Gennaio del 1954, durò solamente nove mesi, né andò meglio in terze nozze, contratte con l’intellettuale e commediografo americano Arthur Miller nel 1956, dal quale si separò non molto tempo dopo manifestando nei suoi riguardi un certo risentimento.
Le burrascose vicende sentimentali che la legarono a John Kennedy e in seguito a suo fratello Robert, contribuirono ad acuire nel fragile animo della Monroe quel senso di fallimento e solitudine che l’accompagnavano da sempre, rendendola più instabile emotivamente e poco affidabile professionalmente.
Nella notte tra il 4 e il 5 Agosto del 1962, Marilyn Monroe, la diva più conosciuta e osannata del pianeta, moriva per un’overdose di Nembutal a soli 36 anni d’età; la scomparsa, inaspettata e prematura, visti anche i trascorsi psicologici e intimi della donna, fu archiviata come suicidio, ma a tutt’oggi, a mezzo secolo di distanza, essa resta avvolta da un alone di mistero che probabilmente non verrà mai svelato: qualcuno avrebbe potuto volere la sua morte? (Articolo tratto da: notizie.it) (Foto da: lavaldichiana.it e generazioneweb.net).
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