Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog

Attuale localizzazione della Suburra, il quartiere "a luci rosse" dell'Antica Roma

Attuale localizzazione della Suburra, il quartiere “a luci rosse” dell’Antica Roma

Quella che segue è la testimonianza più che eloquente, tramandataci da Plauto, grande autore teatrale latino, sulle prostitute che “lavoravano” alla Suburra: “rifiuti appena adatti a servi coperti di farina, ragazze fameliche dal profumo volgare e appiccicaticcio”.

La Suburra, che si estendeva tra il Qurinale, il Viminale e l’Esquilino (oggi corrisponde all’incirca al Rione Monti), altro non era che il quartiere “a luci rosse” più gettonato di Roma, quello dove ci si recava alla ricerca del piacere a buon mercato, dove “due oboli” bastavano a soddisfare i propri bassi istinti.

Le fonti lo descrivono come un posto di immenso squallore, popolato in maggioranza da delinquenti e da gente abituata a vivere di espedienti, compresa la prostituzione di mogli e figlie, un business attraverso il quale si potevano racimolare un po’ di soldi per tirare avanti.

Ovviamente la clientela affezionata era costituita dalla feccia della società, soprattutto schiavi, immigrati e umili lavoratori, ma anche da adolescenti appartenenti alle classi privilegiate, che vi si recavano per il rito dell’iniziazione col plauso dei benpensanti locali, felici che i giovani romani si servissero per i loro insopprimibili bollori delle professioniste a ciò adibite, risparmiando nel comtempo la castità delle brave fanciulle e la virtù delle donne sposate.

E’ doveroso aggiungere che la maggior parte delle ragazze e delle donne della Suburra, ma anche del Velabro e del Circo Massimo, le altre zone della città rinomate per la prostituzione più infima, veniva costretta a vendersi senza avere la minima possibilità di ribellarsi, ma questo era un particolare che non interessava a nessuno (Foto da: funweek.it).

 

 

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About the Author: Maria Paola Macioci