Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Amare a tal punto lo studio da non rendersi conto che qualcuno sta per ucciderti.
E’ quanto accaduto al grande scienziato siracusano Archimede (287 a.C.-212 a.C.), almeno stando alla versione più accreditata sulla sua morte, quella che Plutarco fornisce nella Vita di Marcello e alla quale si riferisce il dipinto di Domenico Udine che vedete nell’immagine (1815): un soldato romano sorprende il matematico impegnato nella risoluzione di un problema di geometria, e al suo rifiuto di seguirlo, lo uccide.
In realtà il generale Marcello, ben consapevole della genialità del prigioniero, aveva ordinato di non fargli alcun male, ma purtroppo, come spesso accade in simili situazioni, la brutalità umana ebbe il sopravvento.
Anche la tomba del grande pensatore greco è avvolta da un alone di leggenda; Cicerone, che fu questore in Sicilia nel 75 a.C., affermò di essere riuscito a scoprire il luogo della sepoltura grazie alla copia di un disegno raffigurante l’iscrizione che Archimede stesso aveva scelto per la sua lapide, ovvero un cilindro circoscritto ad una sfera.
Sembra che la località corrisponda ad una catacomba romana che, non a caso, è detta Grotta di Archimede ed è attualmente visitabile (Foto da: vitatrentina.it e ibmsnet.it).
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