Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Per biancomangiare non si intende una specifica ricetta di cucina, bensì una preparazione generica dall’alto valore simbolico nata nel Medioevo, probabilmente in Francia, e diffusasi in Italia nell’XI secolo.
La pietanza, che poteva essere sia dolce che salata, consisteva in una preparazione che si caratterizzava per la predominanza del colore bianco, sinonimo di candore per eccellenza, nell’aspetto.
Chi lo mangiava, introduceva dentro di sé luce e purezza.
Per realizzare il biancomangiare si aveva necessità, ovviamente, di ingredienti bianchi: lardo, riso, latte, mandorle e zucchero erano tra i più utilizzati in assoluto.
Nel corso dei secoli il piatto assunse connotati diversi, specifici della zona, del periodo e dell’autore.
In Italia ne fecero un largo impiego, declinandolo in numerose varianti, grandi cuochi come Messisbugo e Bartolomeo Scappi.
Questa preparazione gastronomica esiste ancora oggi, sebbene unicamente come piatto dolce e delicato, e soltanto in alcune regioni della nostra Penisola, ovvero Sardegna, Sicilia e Valle d’Aosta (Foto da: resorgentia.com).
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