Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Il racconto più accreditato sulla morte di Cleopatra è quello che ci fornisce Plutarco.
Sulla regina d’Egitto è stato detto di tutto e la storiografia romana non è di certo stata benevola con lei, ma la morte che scelse di fare e le modalità con cui andò fino in fondo senza un attimo di esitazione e di paura, testimoniano più di mille parole il suo coraggio e la sua dignità.
Di carattere fiero ed orgoglioso, ormai sconfitta, Cleopatra non volle dare ad Ottaviano la soddisfazione di portarla in trionfo come prigioniera.
La donna si prese gioco di lui, riuscendo ad uccidersi nonostante la stretta sorveglianza alla quale era stata sottoposta proprio per evitare che ciò accadesse.
Grazie all’aiuto di alcuni dei suoi fedeli servitori, che ne avrebbero condiviso la sorte, Cleopatra fu più furba di tutti ed evitò l’ultima umiliazione.
La versione ufficiale dei fatti ce la dà, come anticipato, Plutarco.
Secondo lo storico, dopo aver compiuto libagioni sulla tomba di Marco Antonio, suicidatosi per averla creduta morta, l’ultima dei Tolomei consumò un pasto abbondante, dopodiché un uomo, eludendo i sospetti delle guardie, riuscì ad introdurre nella stanza un cesto pieno di fichi.
Sotto le foglie che ricoprivano i frutti, era però stato nascosto un aspide, il serpente velenoso che di lì a poco, con un morso, ucciderà Cleopatra.
Quando i romani arrivarono tutto era già compiuto.
Augusto non potette fare altro che portare in trionfo la sola immagine dell’astuta nemica di un tempo, rappresentata con un serpente attorcigliato addosso.
Con la morte di Cleopatra, l’Egitto cadde definitivamente in potere di Roma (Foto da: wikipedia.org).
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