Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Chi era Jack lo Squartatore?
A distanza di oltre un secolo dai fatti brutali che sconvolsero Whitechapel, nell’East End, quartiere povero e malfamato di Londra, non c’è ancora alcuna risposta a questa domanda.
E probabilmente non ci sarà mai.
L’unica cosa certa è che quest’uomo (o donna?), la cui identità resta per ora uno dei più grandi enigmi dell’epoca recente, seminò un terrore incontrollato tra la gente e riempì le prime pagine dei giornali di cronaca più letti del tempo.
Egli fu infatti l’autore di una serie di efferati omicidi, che a tutt’oggi non trovano alcuna spiegazione plausibile.
Jack lo Squartatore: i delitti
Il primo serial-killer della storia uscì allo scoperto improvvisamente, quando uccise Mary Ann Nichols, 43 anni, una prostituta madre di cinque figli, ritrovata riversa a terra esanime da un uomo di passaggio.
La causa della morte era stata il profondo taglio che aveva alla gola.
Tuttavia, in un secondo momento, ci si accorse che la poveretta aveva anche il ventre squarciato da più coltellate.
A distanza di una settimana circa, andò persino peggio, se possibile, ad Annie Chapman.
Di anni 47, anch’essa, come la precedente vittima, era una prostituta dedita all’alcool.
Oltre alla gola tagliata, la donna aveva l’addome aperto e l’utero al di fuori di esso.
Gli inquirenti giunti sul luogo, definirono la scena agghiacciante.
Nonostante l’allerta, le ricerche e il lavoro della polizia, nella serata del 30 Settembre il maniaco assassino colpì addirittura due volte.
Elizabeth Stride, conosciuta come “Liz la Lunga” per l’alta statura, una svedese di 45 anni, al momento del ritrovamento aveva “solo” la gola tagliata.
Forse l’omicida, costretto a scappare per qualche ragione, non fece in tempo ad infierire sul corpo.
Catherine Eddowes, 46 anni, trovata subito dopo a pochi isolati di distanza, oltre alla solita ferita sul collo, presentava anche il ventre aperto ed era priva di alcuni organi interni, tra cui un rene.
Una parte di esso, forse, fu poi inviata per posta agli inquirenti.
L’8 Novembre si verificò l’ultimo e più brutale omicidio attribuito a Jack lo Squartatore (sebbene alcuni studiosi lo ritengano
di diversa matrice).
Il cadavere di Mary Jane Kelly, 25 anni, fu rinvenuto nella stanza dove la ragazza viveva in affitto al 13 di Miller’s Court, in uno stato degno del peggior film dell’orrore.
La giovane aveva la testa quasi del tutto recisa ed alcuni suoi organi interni e parti del corpo erano sparsi tutt’intorno.
Il cuore mancava del tutto e nessuno riuscì mai a ritrovarlo (bruciato nel camino o mangiato?).
L’opinione pubblica e le indagini
Ciò che maggiormente colpì l’opinione pubblica, tutto sommato abituata alle violenze che quasi quotidianamente si perpetravano ai danni delle prostitute, furono soprattutto le atroci modalità dei delitti commessi.
Tutti infatti, erano accomunati da un assurdo ed inspiegabile accanimento sui corpi ormai inerti delle vittime, donne dalla vita difficile e con molti punti di unione l’una con l’altra.
Intanto su tutti i funzionari di polizia coinvolti nelle indagini, sia quelli della City che di Scotland Yard, più impegnati a competere tra di loro che a fare fronte comune per acciuffare l’assassino, iniziarono a piovere feroci critiche da ogni parte.
E’ vero che i mezzi dell’epoca non possedevano neanche minimamente le potenzialità di quelli attuali, ed è vero che oggi ci si può avvalere di un esame, quello del dna, che allora non era neppure pensabile, tuttavia ciò non toglie che gli errori furono oggettivamente grossolani ed evitabili.
Imperdonabile quello di spostare con inaudita superficialità i cadaveri dai luoghi del ritrovamento senza prima aver studiato accuratamente la scena.
Un modus operandi che di certo influì pesantemente sull’esito disastroso dell’inchiesta.
Il mistero continua
Nonostante la ridda di ipotesi infatti, Jack lo Squartatore non fu mai catturato e quasi certamente non avrà mai né un volto né un nome.
Egli divenne per tutti tale dopo che alle autorità giunse una lettera così firmata, in inglese “Jack the Ripper“,.
Ad essa seguì un’altra cartolina intestata “from hell“, ovvero “dall’inferno“.
Qualcuno ha persino azzardato l’ipotesi che si trattasse di una donna, forse un’ostetrica, dato lo sconsiderato interesse per l’apparato riproduttivo delle sue vittime.
Inoltre solo una persona di sesso femminile, quindi soggetta al ciclo mestruale, dice qualcuno, poteva aggirarsi tranquillamente per le strade con i vestiti macchiati di sangue senza destare troppa attenzione.
Quello che è certo è che dopo più di cento anni, decine di sospettati e infinite congetture più o meno suggestive o realistiche, la figura di Jack lo Squartatore continua a restare avvolta nella nebbia più fitta.
La stessa che improvvisamente lo inghiottì la sera dell’8 Novembre 1888 in un vicolo buio e mal frequentato dei sobborghi londinesi (Foto da: wikipedia.org, lazonamorta.it e you4london.com).
N.A. Ho scelto di non postare le foto delle vittime perché troppo cruente.
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