Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
L’affluenza a Roma di enormi tesori saccheggiati alle popolazioni sottomesse in guerra, fu una delle principali ragioni della nascita, alla fine del periodo repubblicano, dell’oreficeria e della conseguente abitudine da parte delle matrone di adornarsi con gioielli, un’usanza divenuta talmente eccessiva all’inizio dell’Impero, da essere presa di mira e mal giudicata da molti scrittori dell’epoca, tra i quali Plinio il Vecchio e Giovenale, contrari e quasi nauseati, da un’ostentazione che consideravano pacchiana e fuori luogo.
Tuttavia le signore, senza badare alla pioggia di critiche negative, continuarono a riempirsi di gioielli, soprattutto oro e pietre preziose, da capo a piedi, come testimoniano le numerose raffigurazioni a noi giunte, dove esse si mostrano con orecchini, anelli, bracciali e collane di varie fogge.
Tra i gioielli più caratteristici vi erano dei grossi bracciali spesso a forma di serpente attorcigliato, dei pesanti cerchi per le caviglie e un tipo di collana in maglia d’oro lunga circa due metri e mezzo, che si indossava mettendola prima intorno al collo, poi passandola sotto al seno e infine chiudendola sul dorso.
Tipici dello stesso periodo erano anche i preziosi fermagli per capelli, che
consistevano in reticelle e spilloni anch’essi in oro.
Il gusto dei romani in fatto di gioielleria, era propenso a creare scenografici contrasti ed appariscenti giochi cromatici attraverso la mescolanza di oro puro e pietre preziose, ma anche le più raffinate perle avevano le loro estimatrici, come dimostra un famoso ritratto a mosaico di una donna del I secolo d.C. a Pompei (foto in https://www.pilloledistoria.it//2882/storia-antica/make-up-tossico-delle-antiche-romane ).
La moda del II secolo fece registrare qualche cambiamento di tendenza riguardo ai gioielli, con la comparsa di collane e bracciali decorati con monete d’oro, quasi sempre antiche, incorniciate all’interno di vistosi medaglioni, e con un’abbondanza di pietre preziose, soprattutto smeraldi, zaffiri, ametiste e granati, come mai si era vista in passato.
Nel Tardo Impero, intorno al IV secolo d.C., fu introdotta nella lavorazione dell’oro una nuova tecnica detta opus interrasile, che consisteva nella creazione di fregi a giorno talmente leggeri da sembrare merletti; essa venne probabilmente appresa dalla province orientali e riscosse un incredibile successo anche nei secoli successivi (Foto da: culturanotizie.it e antiqva.org ).
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