Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Vi siete mai chiesti come fossero strutturati i negozi una volta?
Vi siete mai domandati a quando risale l’organizzazione di un negozio, ovvero un luogo adibito all’esposizione e alla vendita di merci di vario genere, così come noi oggi lo conosciamo?
Io si e per questo ho fatto una piccola ricerca: ecco cosa ho scoperto.
Fino al pieno ‘700 i negozi erano semplici locali spogli e molto poco accoglienti, concepiti non tanto come botteghe ma come depositi di oggetti, pertanto erano luoghi disordinati, pieni di roba accatastata ovunque, scatoloni e casse stracolme di mercanzia.
Il trend cominciò a cambiare solo all’inizio dell’800, con la comparsa delle prime insegne: queste vennero affisse fuori dai locali per renderli più visibili ai passanti e quindi con l’intento principale di acquisire un maggior numero di clienti.
L’invenzione della pressa dei cristalli, risalente al 1827, contribuì alla svolta totale, poiché iniziarono ad essere prodotte industrialmente grandi vetrate, che presto si diffusero un po’ ovunque e dalle quali scaturì la brillante idea delle “vetrine” in tutto e per tutto simili a quelle attuali.
Grazie alla trasparenza delle vetrine la merce potette essere esposta e mostrata alla gente di passaggio e siccome “anche l’occhio vuole la sua parte”, si capì che il miglior modo di incrementare le entrate era quello di presentarla nella maniera più accattivante possibile; fu allora che nacque il mestiere del “vetrinista“, un addetto alla sistemazione studiata e “artistica” degli oggetti in vendita (Foto da: skyminoshouse.blogspot.it).
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