Un laboratorio di sapone nel Medioevo

Anche se il processo di saponificazione è noto da circa cinquemila anni e già Babilonesi ed Egiziani erano in grado di ottenere dei composti solidi per pulire la pelle del corpo e gli indumenti grazie alla bollitura di grassi mescolati a cenere, né i Greci né i Romani ne fecero uso.

In Grecia e a Roma i panni venivano lavati con la sola acqua senza aggiungere niente altro, mentre per l’igiene personale si effettuava un peeling naturale cospargendosi prima il corpo di olio e poi passandoci sopra sostanze abrasive come la sabbia, la pietra pomice, la cenere o la farina di fave; per “raschiare” olio e sporco si usava uno strumento apposito detto strigile.

A Roma, come detergente per i denti e per fare il bucato, si usava anche l’urina (https://www.pilloledistoria.it//1936/storia-antica/ligiene-orale-nellantica-roma-si-lavavano-i-denti-i-romani).

Il primo sapone degno di questo nome nacque nel Medioevo in Italia, Spagna e Francia, tutti Paesi che potevano contare sull’ abbondante disponibilità di olio d’oliva, che veniva bollito con la cenere; esso rimase tuttavia un prodotto elitario, il cui uso era limitato ad una ristretta cerchia di persone, sino alla fine del XVIII secolo, quando iniziò ad essere industrializzato e, di conseguenza, a diffondersi, finché, dalla metà dell‘800 in poi, esso divenne una presenza fissa quotidiana nella maggior parte delle famiglie.

Durante la Prima Guerra Mondiale, a causa della difficoltà di reperire i grassi animali necessari, i Tedeschi si ingegnarono creando il primo detersivo sintetico per il bucato, al quale nel 1946, per renderlo più efficace nel rimuovere lo sporco, fu aggiunto il tensioattivo, una creazione rivoluzionaria che riscosse enorme successo e che contribuì a facilitare la vita domestica delle donne europee (Foto da: artselab.it e rivista.bc.com )

Vecchia pubblicità di un detersivo per il bucato