Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Quando, come e per opera di chi nacque questo utilissimo strumento di lavoro di cui oggi non possiamo fare a meno?
Ebbene, la matita è un’invenzione che risale al XVI secolo, quindi relativamente recente, e come molte altre derivò da un caso fortuito, precisamente da un violento nubifragio che nell’Inghilterra del 1564 portò alla scoperta di un grande giacimento di grafite, il minerale di cui è fatta e che permette la scrittura, fino ad allora del tutto sconosciuto; la leggenda vuole che sia stato un uomo di passaggio a rilevarne per primo la capacità di scrittura, dopo averne trovate delle schegge nella terra smossa da un albero abbattuto.
Sappiamo con sicurezza che i primi tentativi di usare la grafite per tracciare segni, consistettero in schegge del materiale avvolte in tessuto, pellame o corda, decisamente poco maneggevoli da usare, e che trascorse un po’ di tempo prima di giungere alle prime rudimentali matite vere e proprie, più simili a quelle attuali, ovvero mine inserite in sottili cilindri di legno.
Le dinamiche della sua successiva evoluzione sono piuttosto oscure, ma di certo la matita iniziò a diffondersi realmente solo verso la fine del ‘700 grazie a Nicolas-Jacques Conté, inventore francese, e a Joseph Hardtmuth, inventore austriaco, che, quasi in contemporanea, progettarono la produzione in serie di questo oggetto destinato a rivoluzionare la vita delle persone.
Alle nuove matite inoltre, alla grafite di base fu aggiunta, cuocendola insieme ad essa, una piccola quantità di argilla per rendere la mina più compatta, resistente e precisa nella scrittura (Foto da: francescolanza.it)
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