Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
I dolci nell’Antica Roma erano piuttosto elaborati e fantasiosi.
Su una parete del triclinio della Villa di Oplontis (Napoli), che gli studiosi attribuiscono a Poppea, è ancora perfettamente visibile un affresco che raffigura un prezioso tavolino con sopra un dolce.
L’aspetto è decisamente invitante: esso è di forma circolare, colorato di rosso e guarnito con frutta.
E’ stato impossibile risalire alla ricetta originale di questa delizia, ma pare che si trattasse di una specie di “cassata siciliana” a base di marzapane e frutta secca.
Quasi certamente si trattava di un raffinato dessert servito nelle case dei ricchi (Poppea fu la seconda moglie di Nerone).
La torta è rappresentata insieme ad altri cibi comuni nei banchetti dell’Antica Roma, a testimonianza dell’importanza che i dolci rivestivano nell’ambito della gastronomia dell’epoca e non solo tra i ceti socialmente più elevati.
Ciò che sappiamo è che, a differenza di quanto accade oggi, i romani preferivano mangiare i dolci lontano dai pasti piuttosto che alla fine, e che tra gli ingredienti di base per la loro preparazione figuravano spesso la frutta secca, soprattutto noci e datteri, e il miele, che faceva anche da “legante” fra tutti gli altri componenti.
Ne è un chiaro esempio la ricetta per i biscotti fatti in casa (dulcia domestica) che riporto di seguito:
“Prendete datteri verdi senza nocciolo o disossatene di già maturi; riempiteli di noci o pinoli e pepe tritato; salate; friggete in miele caldo e servite”.
Doveva trattarsi di dolciumi abbastanza diffusi e di consumo quotidiano, certamente più di quanto non lo fosse quello immortalato ad Oplontis. (Foto da: www.beniculturali.it).
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La traduzione fa pena. Per favore, correggetela!
Salve. Mi rendo conto che non è il massimo, ma è pur sempre un aiuto per gli utenti stranieri. E’ automatica, ma vedrò se si può fare qualcosa per migliorarla :)