Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
La carne in scatola più famosa di tutte, la mitica Simmenthal, fece la sua prima comparsa nelle cucine degli italiani alla fine dell’800.
Di fatto essa anticipò una tendenza, quella dei cibi nelle “scatolette”, che avrebbe trovato largo successo ed enorme diffusione nel corso del XX secolo.
Il signor Pietro Sada, un ingegnoso commerciante milanese specializzato nel lesso e deciso ad ampliare la propria clientela attraverso la sperimentazione di nuovi ed efficaci metodi di conservazione, nel 1881 fondò una piccola azienda di carne in scatola.
La novità tuttavia, non piacque subito agli italiani.
Probabilmente quel pezzetto di carne di manzo bollito e conservato sotto uno strato di gelatina era sì pratico, ma anche meno invitante dei succulenti secondi piatti tipici della nostra tradizione gastronomica.
Ma non si doveva fare altro che aspettare.
Solo qualche anno più tardi infatti, il trasvolatore svizzero Gondrand compì la traversata delle Alpi in mongolfiera portando con sé una scorta di carne in scatola “della ditta Pietro Sada“, scatenando un interesse immediato e irrefrenabile per questo “cibo del futuro”.
Da quel momento in poi, tutti fecero a gara per comprarlo.
Nel 1923 il figlio di Pietro, Gino Alfonso, fondò la Simmenthal, che ancora oggi continua imperterrita a fare capolino dalle nostre tavole (Foto da vmv.it).
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