Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Pur se in ottima compagnia, Domiziano, figlio di Vespasiano e Flavia Domitilla, può a ragione essere annoverato tra i peggiori imperatori della storia di Roma, di cui fu certamente uno dei più tirannici e crudeli.Nato nel 51 d.C., appartenente alla gens Flavia, nei primi tempi del suo governo, ottenuto alla morte del fratello maggiore Tito, Domiziano si mostrò piuttosto moderato e clemente, ma presto la sua natura scellerata e crudele iniziò a manifestarsi attraverso quei comportamenti violenti che non avrebbe mai più abbandonato.
In realtà Domiziano, già dalla scomparsa del padre, aveva iniziato ad ordire complotti e subdole macchinazioni contro Tito, “reo” di essere il legittimo erede al trono per ragioni anagrafiche e, una volta raggiunto finalmente il potere tanto a lungo agognato, si distinse per un atteggiamento autocratico molto simile a quello di Nerone, suo principale modello di riferimento, proclamando il culto di se stesso come dominus et deus, alla maniera ellenistica.
Ma non si fermò qui, poiché la città fu letteralmente invasa da un numero incredibile di archi onorari e sul Campidoglio furono erette statue d’oro e d’argento con le sue fattezze; molti monumenti andati distrutti nel devastante incendio dell’80 d.C., vennero ricostruiti recando il suo nome, così che esso fosse il solo ed unico tramandato alla posterità, cancellando di fatto tutti coloro che lo avevano preceduto.
Sembra che Domiziano fosse un uomo di bell’aspetto, dall’eloquenza forbita e modi raffinati; amante degli spettacoli gladiatorii, istituì a Roma giochi quinquennali, sempre graditi al popolo, cui soprintendeva lui stesso avvolto da un’elegante toga purpurea e con la testa cinta da una preziosa corona d’oro recante le effigi di Giove, Giunone e Minerva.
Con il passare del tempo la sua naturale crudeltà iniziò a non avere freni, lasciando sempre più attoniti e spaventati i suoi stessi collaboratori; la lunga serie di nefandezze dell’Imperatore era iniziata con l’uccisione di Elio Lama, primo marito di Domizia Longina, la donna, appartenente ad una illustre famiglia senatoria romana, che avrebbe poi sposato e dalla quale, in seguito, divorziato, ed era proseguita con una serie ripugnante di assassinii efferati ed inconcepibili, dovuti a motivazioni quasi sempre banali se non del tutto inesistenti.
Un comportamento vergognoso fu quello che Domiziano tenne nei confronti di Giulia, figlia di Tito e quindi sua nipote carnale, della quale provocò la morte per averla costretta ad abortire un figlio suo, una relazione incestuosa ed un tragico epilogo che non mancarono di suscitare sdegno e riprovazione da parte del suo entourage, sempre più stanco di essere costretto a sopportare le follie del primo cittadino di Roma, ormai irrefrenabile.
L’uccisione immotivata del cugino Flavio Clemente, marito della celebre Flavia Domitilla, amica dei cristiani, segnò il punto di non ritorno: ormai inviso al Senato, che non aveva mai dimenticato il pessimo trattamento riservato alla moglie e odiato dai cristiani, che aveva perseguitato e che non avevano mai accettato di buon occhio l’inasprimento del fiscus iudaicus, ovvero le tasse che la comunità ebraica doveva allo Stato, Domiziano cadde vittima di una congiura in cui a tradirlo furono principalmente i suoi più stretti collaboratori, che lo pugnalarono a tradimento.
Ma neanche la morte violenta poteva bastare: con l’imposizione della damnatio memoriae e la distruzione di ogni sua statua, raffigurazione ed effigie, Roma tentò di cancellare anche il ricordo stesso di uno dei suoi figli peggiori. (Foto da: wikipedia.org)
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