Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Subire un intervento chirurgico nel Medioevo, quando l’anestesia vera e propria era ancora lontana dal fare la propria comparsa, doveva essere decisamente peggio di oggi, poiché l’unico rimedio al dolore dei pazienti, con tutte le insufficienze che possiamo immaginare, era una spugna.
Non si trattava tuttavia di una spugna qualsiasi, ma della “spongia somnifera“, un vero e proprio strumento di lavoro per i dottori dell’epoca e quindi opportunamente trattata allo scopo.
La spugna, del tutto naturale, dopo essere stata pescata dai fondali marini e lasciata ad asciugare al sole, veniva posta in un recipiente di rame insieme ad un “micidiale” cocktail di oppio, giusquiamo, succo di more acerbe, di rovo, di edera rampicante, di foglie di belladonna, di lattuga e di papavero e fatta bollire per ore fino all’assorbimento più o meno completo dell’intruglio, dopodiché veniva lasciata essiccare al sole per un mese circa.
All’occorrenza, ovvero poco prima di un intervento chirurgico, la spugna veniva fatta rinvenire cuocendola a bagnomaria e infine adagiata vicino alle narici del paziente; l’azione sedativa delle sostanze usate, seppur blandamente, riusciva a lenire e a far sopportare meglio il dolore provocato dall’operazione. (Foto da: attualità.tuttogratis.it)
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