Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Avreste mai detto che le donne medievali, almeno le più evolute, si sottoponevano a trattamenti di bellezza “moderni” come il peeling e la depilazione?
Sappiamo con certezza che ciò costituiva un’abitudine irrinunciabile per molte signore fiorentine del ‘300, poiché lo attestano fonti in nostro possesso; metodologia e ingredienti fanno accapponare la pelle ma, evidentemente, anche la tortura era sopportata pur di essere belle.
Per levigare e rendere di velluto la pelle del corpo, le donne di Firenze si servivano dell’abilità di professioniste che si recavano a domicilio: lo strumento adoperato per raggiungere i risultati desiderati era una spatola di legno e vetro che veniva ripetutamente strofinata sulle parti da trattare.
Questo tipo di peeling è niente rispetto alla depilazione, attuata con sistemi a dir poco…rudi; di seguito cito testualmente quanto riportato su un libro addirittura antecedente al XIV secolo:
“Un depilatorio che cava i peli sicché mai rinascano in tempo alcuno: in una scodella di terra metti calce viva e sei parti d’acqua; e stia la calce in detta acqua tre dì. Poi secca la detta calce in una pignatella e rimetti sei parti d’acqua e una di parte di orpimento (arsenico di color giallo oro) e stia tanto al sole che sia ben forte. E assaggialo con piuma di gallina e se è troppo forte, temperalo con acqua; e se non pelasse e fosse troppo chiaro, metti calce e orpimento in parti uguali; e sarà fatto”.
Gli ingredienti di base di questa comune ricetta depilatoria del 1300 erano quindi arsenico e calce viva: che dopo un simile trattamento i peli non ricrescessero “in tempo alcuno” possiamo scommetterci. Foto da: (ilpalazzodisichelgaita.it)
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