Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Tra i numerosi aspetti macabri e grotteschi della Rivoluzione Francese, il diffondersi di una moda che ne enfatizzava, senza alcun riguardo per la sofferenza delle vittime, i lati più cruenti, fu senza dubbio uno dei più appariscenti e riprovevoli.
In particolare nei tremendi mesi del Terrore, ghigliottine in miniatura sbocciavano come fiori: come pendenti alle orecchie di fanciulle e signore, disegnate su giacche e vestiti, addirittura sulle insegne di esercizi commerciali a lei intitolati (era pieno di ristoranti, birrerie e negozi “alla ghigliottina”).
La moda rivoluzionaria influenzò anche le acconciature, che spesso venivano realizzate con i capelli veri delle vittime del “rasoio nazionale“;Parigi divenne tutta un pullulare di teste bionde, quasi bianche, che in realtà erano parrucche realizzate, appunto, con le capigliature delle teste mozzate sul patibolo.
Persino i capelli del re Luigi XVI furono venduti a ciocche, senza alcun riguardo, il giorno stesso della sua esecuzione, il 21 Gennaio del 1793.
Come sempre accade in questi casi, la massiccia richiesta di capelli delle vittime portò alla nascita di un fiorente mercato, che si arrestò solo quando lo Stato decise di abolire l’uso delle parrucche, non certo per ragioni umanitarie o di buon gusto, ma perché preoccupato che tale usanza dipendesse, in realtà, da un senso di nostalgia e di lutto impossibilitato ad esprimersi in altre maniere (Foto da: storiologia.it).
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