Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Il fascino di antiche navi affondate e sommerse da secoli nelle gelide acque dei mari di tutto il mondo, non ha eguali.
Per millenni la nave, in tutte le sue versioni, ha rappresentato il mezzo di trasporto più diffuso per la maggior parte dei popoli, costretti a servirsene per scambi commerciali ed economici, che spesso si rivelavano anche come vitali scambi umani e culturali tra genti, mentalità e usanze tra loro completamente diverse.
Nell’antichità, ogni giorno un gran numero di imbarcazioni solcava i mari del pianeta intraprendendo viaggi troppo spesso senza ritorno, poiché l’inadeguatezza delle misure di sicurezza all’interno dei mezzi costituiva un rischio costante anche per i navigatori più esperti, a volte impossibilitati a far fronte ai pericoli che continuamente si presentavano al loro cospetto: se non cadevano sotto i colpi nemici durante una battaglia o se non venivano irrimediabilmente danneggiate dalla violenza dei pirati, molte navi finivano per colare a picco a causa di avarìe irreparabili o di forti tempeste.
Da qui l’impressionante numero di relitti che da sempre popola i fondali marini.
Se a volte l’operazione di recupero dei relitti è perfettamente riuscita riportandoli a galla con tutti i cimeli ancora custoditi all’ interno, la maggior parte delle volte ci si è invece dovuti arrendere di fronte alla forza della natura, rinunciando a riportarli in superficie.
Un vero peccato per appassionati e studiosi.
Tuttavia oggi, grazie alle nuove tecnologie e alla suggestività della realtà virtuale, nuovi scenari sembrano aprirsi in questo campo tanto affascinante quanto di difficile approccio, almeno stando all’avventura intrapresa da Dassault Système, azienda francese specializzata nel settore dei software di progettazione 3D che, in stretta collaborazione con la Marina Militare Francese e con una squadra di esperti archeologi sottomarini, ha realizzato una fedele riproduzione virtuale tridimensionale di La Lune, vascello della flotta di Re Luigi XIV, affondato in circostanze mai chiarite il 16 Novembre del 1664 con il suo carico di vite umane, oltre un migliaio di soldati malati e feriti, e di oggetti d’epoca, più di 60mila tra munizioni, suppellettili e vasellame.
La Lune fu localizzato nel 1993 al largo delle acque di Tolone, in Francia, a circa 90 metri di profondità, ma è rimasto praticamente inespolarato fino al 2012, quando è comiciata Operation Lune che, avvalendosi delle immagini girate da un robot sottomarino, ha potuto riprodurre a terra, in 3D, l’intero scenario sommerso, ben 420 metri quadri di meraviglie seicentesche incrostate dal tempo, dalle alghe e dal sale, ma ancora pressoché intatte.
In pratica, basta indossare l’apposito casco e munirsi di joystick per “entrare” nel vascello ed assaporarne tutto il fascino senza correre alcun pericolo.
Con Operation Lune insomma, i moderni sistemi tecnologici hanno incontrato la Storia, aprendo probabilmente strade finora inesplorate alla scoperta di tesori nascosti. (Foto: futurix.it )
Per saperne di più: http://www.operationlune.com/
http://www.dailymotion.com/video/x1cp5gm_una-pompei-sommersa-con-il-3d-tra-i-tesori-del-vascello-la-lune-tecnologia-di-dassault-systemes-rivo_news
Pubblicato il: 24 Aprile 2014
Pubblicato il: 7 Settembre 2015
Pubblicato il: 22 Maggio 2017
Pubblicato il: 22 Agosto 2018
Pubblicato il: 6 Giugno 2017
Pubblicato il: 15 Dicembre 2017
Pubblicato il: 31 Agosto 2016
Pubblicato il: 6 Ottobre 2015
Pubblicato il: 26 Luglio 2016
Pubblicato il: 4 Febbraio 2017
Pubblicato il: 1 Aprile 2014
Pubblicato il: 19 Aprile 2017