Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Il cadavere di Luigi IX re di Francia (1214-1270) fu… bollito.
Detto così fa impressione, ma non è come pensate.
Il quarantaquattresimo sovrano del Paese d’Oltralpe, il nono della dinastia capetingia, passato alla storia anche come Luigi il Santo o San Luigi dei Francesi, morì lontano dalla patria e per far sì che il suo corpo potesse tornare in buone condizioni dai sudditi, fu necessario ingegnarsi un po’.
Ecco come si svolsero i fatti.
Perché il cadavere di Luigi IX fu bollito in acqua e vino?
Luigi IX morì a Tunisi il 25 Agosto 1270.
La prima preoccupazione del suo entourage fu quella di preservarne il cadavere in maniera tale che potesse far rientro nel Paese nelle migliori condizioni possibili.
Il monarca infatti, era amatissimo e già in odore di santità, quindi tutto lasciava presagire che le sue reliquie sarebbero presto divenute oggetto di culto.
Poiché i mezzi, all’epoca, erano quelli che erano e per tornare a Parigi occorrevano settimane di viaggio, come fare?
Si decise di bollire il corpo in una soluzione di acqua e vino per agevolare la separazione delle ossa dalle parti molli e dagli organi interni.
Carlo d’Angiò tenne le per sé le viscere, che in seguito furono portate nel Duomo di Monreale, mentre le ossa furono riscattate da Filippo III, erede del defunto, e trasferite a Saint-Denis.
Nulla di nuovo o di strano, in quanto seppellire re e regine “a pezzi”, era una consuetudine piuttosto diffusa a quei tempi (Foto da: it.aleteia.org).
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