Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog

patatine fritte

Patatine fritte

A chi non piacciono le patatine fritte?

Irresistibili più o meno per tutti, sono lo snack più diffuso al mondo.

Ma vi siete mai chiesti quando nacquero le patatine fritte in busta, quelle cioè che oggi acquistiamo al bar e al supermercato e mangiamo ovunque ci troviamo?

Perché oltre che buone, sono anche pratiche e comode.

Grazie agli speciali pacchetti che le contengono infatti, esse si mantengono a lungo fresche, gustose e croccanti, come appena fatte.

Ma non è stato sempre così.

Qualche cenno storico: la prima versione

La storia delle patatine fritte è relativamente recente ma piuttosto articolata (scriverò altri post specifici a riguardo).

Esse furono inventate all’inizio dell’800 in Inghilterra e si diffusero molto presto negli Stati Uniti.

Inizialmente venivano cotte in strutto o grasso, solo successivamente si decise che il modo migliore di friggerle era in olio.

Per decenni le patatine fritte furono acquistate “fresche” prendendole da barili, cesti e lattine, fino a quando la lungimiranza di una imprenditrice californiana non portò alle prime patatine “in sacchetto”.

Lei era Laura Clough Scudder, l’anno il 1926.

L’intuitiva signora fu la prima ad ingegnarsi per trovare una maniera attraverso la quale conservare fresche il più a lungo possibile le patatine fritte che lei stessa produceva.

I sacchetti di carta oleata sembrarono la soluzione migliore.

Iniziò così la diffusione su larga scala di questo snack.

La nascita delle moderne patatine fritte in busta

Le vere patatine fritte in busta come le conosciamo oggi, nacquero nel 1933.

Le inventò la Dixie Wax Paper Company, la prima ad introdurre i pacchetti incerati, a prova di unto.

Da quel momento in poi le patatine fritte iniziarono la loro capillare ed inarrestabile diffusione a livello planetario, in quanto era stato risolto il problema del loro mantenimento.

Durante la Seconda Guerra Mondiale fecero furore e il resto della storia lo conosciamo (Foto da: sfizioso.it).

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About the Author: Maria Paola Macioci