Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Si parla molto spesso del forte impatto che ha avuto il gioco d’azzardo nella nostra società, grazie anche all’avvento dei casinò digitali.
Ma in che modo questa attività di intrattenimento può influire sul nostro cervello e attraverso quali effetti?
Questa è una delle osservazioni più interessanti che sono state sollevate oltreoceano, grazie a una serie di studi e report che hanno voluto mettere in luce il comportamento dei giocatori.
Perché se da un lato ci sono i giocatori responsabili, che usano diverse piattaforme come casino Pribet per il solo scopo di divertirsi, ci sono anche giocatori più deboli, che rischiano di trovarsi coinvolti nel gioco d’azzardo patologico.
Vediamo allora come il gioco d’azzardo influisca sul cervello e soprattutto come gestire i comportamenti di gioco problematici e rischiosi.
Cosa accade nel nostro cervello quando giochiamo
Gli esperti, chiamati a effettuare una serie di ricerche rispetto all’interazione tra gambling e cervello umano, hanno notato che ci sono dei cambiamenti nella chimica del cervello.
Prima di tutto l’effetto principale è di agire sui livelli di dopamina, ovvero un messaggero chimico che permette di percepire sensazioni di piacere.
Ecco perché scommettere ci sembra avvincente!
Ogni vincita è un rilascio di dopamina e per questo ci si trova coinvolti ripetutamente nelle scommesse, perché si vuole rivivere quel tipo di sensazione.
Se non si controlla il proprio comportamento durante le sessioni di gioco, tale atteggiamento può sfociare in un problema.
Tutto ciò che è divertimento diventa abitudine e poi dipendenza, portando il giocatore nel “lato oscuro” del gioco.
Bisogna infatti considerare che i giocatori capaci di gestire al meglio il gioco non hanno “poteri speciali”, ma hanno saputo resistere a un comportamento.
Il cervello infatti con il passare del tempo si abitua a tollerare la presenza di dopamina e non si perdono così le buone intenzioni del gioco.
Al contrario, chi sviluppa un rischio di dipendenza vivrà la “mancanza” di dopamina come un problema e perderà il controllo sulle azioni di scommessa.
Non a caso gli stessi giocatori compulsivi possono anche sviluppare sintomi di astinenza quando smettono di giocare.
Autoesclusione dal gioco a distanza e dai casino online AAMS
L’autoesclusione è il modo migliore che un casinò ADM offra ai propri iscritti per preservarsi dalla dipendenza dal gioco.
Ciò prevede quindi che il giocatore possa escludersi in autonomia dalle scommesse per un periodo prefissato che può essere di 30, 60, 90 giorni o a tempo indeterminato.
Ciò significa che durante tale periodo il giocatore che ha sviluppato una forma di dipendenza non potrà più:
- Aprire un conto online di gioco;
- Effettuare delle scommesse;
- Ricaricare il conto di gioco;
- Registrarsi su altre piattaforme.
Potrà invece unicamente ritirare delle vincite generate dal conto di riferimento.
Il profilo del giocatore sarà riattivato al termine del periodo prestabilito, oppure è possibile chiedere una revoca dopo sei mesi per tempi più lunghi.
Per richiederla è sufficiente rivolgersi alla piattaforma di riferimento, oppure al sito ADM, dove è possibile anche accedere con SPID.
Nota bene: L’autoesclusione AAMS non è la sospensione del conto di gioco aperto, ma una scelta che porta a escludere il giocatore in autonomia da tutti i concessionari.
Gioco d’azzardo: la posizione dei casinò e dei produttori di giochi
Ovviamente un giocatore in difficoltà trova luminosa ogni cosa che riguarda una sala da gioco fisica o una piattaforma di gioco a distanza.
Alcuni sostengono anche che ogni operatore lavori per indurre le persone a scommettere oltre i propri limiti. L’accusa è pesante e non per forza veritiera.
È chiaro che un operatore voglia attirare più clienti, voglia offrire loro bonus interessanti per portarli a iscriversi e presentare un layout e design affascinante.
Ciò che si vuole promuovere è un’attività di intrattenimento appagante e divertente, che può essere ben gestita in modo sicuro affidandosi a comportamenti responsabili.
E dove tali comportamenti vengono meno, i casinò cercano di supportare programmi e sistemi di tutela del giocatore, grazie anche all’autoesclusione di cui parlavamo in precedenza.
Ricordiamo infatti che il gioco d’azzardo compulsivo è considerato una condizione isolante e solitaria, proprio come avviene con qualsiasi altra forma di dipendenza.
Ecco perché è bene conoscere ciò che può accadere prima di mettersi a giocare in modo responsabile (Foto da: sullorlodellapsicologia.it, istitutodineuroscienze.it e repubblica.it).
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