Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Oggi l’umanità vive all’interno di un mondo complesso, in cui una serie di eventi ha caratterizzato gli ultimi anni.
Potremmo prendere in prestito dal linguaggio meteorologico, il termine turbolenze, per definire quanto determinati eventi sono stati così dirompenti ed impattanti sul nostro vivere a partire dall’epidemia ai cambiamenti climatici, dalla guerra all’impatto delle nuove tecnologie.
Vivere in un mondo di incertezze
L’incertezza è una categoria con la quale per forza di cose dobbiamo imparare a convivere.
In un mondo complesso, esistono delle possibilità di calcolare il futuro nella misura del possibile, ma non vi è alcuna certezza di riuscire a prevederlo.
Da un lato in questo mondo così ingarbugliato ci sentiamo in uno stato di perenne precariato.
E’ un sentimento umiliante, spiacevole, che tocca ognuno di noi.
Allo stesso tempo, la complessità dà maggior forza e vigore all’azione inattesa ed imprevedibile del singolo.
E’ il caso di Greta Thunberg, la giovane studentessa svedese capace con il suo attivismo di riposizionare il cambiamento climatico al centro dell’attenzione globale.
Per dirla con le parole di Bauman :<< La complessità è insomma un misto di maledizione e benedizione, produce due effetti molto diversi, con logiche difficili da decifrare e coniugare e nondimeno ben reali. Per un verso sortisce un effetto degradante sulla nostra definizione di noi stessi, perché ci fa vedere che vi sono dei limiti che, nonostante ogni nostro tentativo, non potremo mai travalicare. Per altro verso, tuttavia, accresce il potere potenziale persino delle più piccole azioni e ciò può avere delle conseguenze straordinariamente importanti e di vasta portata >>.
Immobilismo di un Sistema
Non bisogna sottovalutare la capacità della società dei consumi, nel momento in cui viene messa in discussione da atteggiamenti e comportamenti capaci di minare la sua sopravvivenza, di riuscire con un abile stratagemma a rendere inoffensivo il dissenso fagocitandolo e assorbendolo nel suo interno.
In sostanza ogni forma di protesta, è stata abilmente in questi anni assorbita dal sistema e riutilizzata come strumento per la sua riproduzione.
Un caso emblematico della storia recente italiana, di quanto sopra descritto è stato il caso del G8 di Genova, oltre 300 mila persone unite sotto lo slogan “Un mondo migliore è possibile” avevano già ben chiaro la direzione globale del nostro Pianeta ma la loro protesta è stata prima repressa e poi assorbita dal Sistema e soltanto oggi a distanza di oltre 20 anni quei temi hanno riconquistato valore e spessore mediatico.
I Partiti Politici come rappresentazione del Sistema
All’interno dell’attuale contesto da tempo “uomo massa” ha rinunciato al suo ruolo attivo all’interno del processo democratico, le masse sono completamente distratte dai loro desideri ed i partiti politici sono il sottoprodotto dell’omologazione e del conformismo.
Non a caso una stragrande maggioranza di cittadini ha deciso deliberatamente di esprimere il proprio dissenso boicottando le urne elettorali.
Nessuno è capace di ascoltare il dissenso, o meglio è più opportuno ignorarlo.
Come possiamo prevedere il corso della Storia al di là dei Partiti politici?
La complessità, come abbiamo già detto, non ci permette di fare previsioni certe, ma le azioni individuali possono avere importanti conseguenze ed influenzare il corso della storia umana.
Partendo da questa considerazione, non essendo più i Partiti e le loro Leadership il motore del cambiamento, è necessario, impegno di ogni singolo per convincere le persone che il “sempre di più” non porta ad un benessere superiore, ma che lo stesso benessere può essere raggiunto con meno.
Lo sviluppo delle ingiustizie è direttamente proporzionale alla Società della crescita, i cui membri spinti dal produttivismo esasperato, perdono di vista ogni tipo di coscienza diventando perfino complici della distruzione dell’Ecosistema.
Esemplificative di questo concetto sono le parole di Latouche : “Eppure, questa è la nostra tardiva modernità: pescatori che riescono a sopravvivere solo distruggendo i fondali marini, allevatori che torturano i loro animali, agricoltori che distruggono il suolo fertile, dinamici dirigenti che diventano despoti, ecc “.
Conclusioni
Anche se il futuro è imprevedibile non possiamo ignorare le evidenze del momento, per questo è importante uscire dall’ indifferentismo generalizzato tipico dell’uomo massa, e creare le basi per una decostruzione dell’immaginario basato su un nuovo modello partecipativo in cui il web non rappresenti un gated communities, ostile e respingente, ma un luogo d’ascolto e costruzione, utile a porre le basi organizzative per unire le piazze allo scopo di “influenzare la storia” – respingendo il mito storico dell’utilità e del progresso e riscoprire che la felicità dell’uomo non passa dal vivere molto, ma dal vivere bene (Articolo scritto ed inviato a Pillole di Storia da Francesco Sassano. Contatto e info: sassanof@libero.it) (Foto da: strettoweb.com, frammentirivista.it e interris.it).
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