Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Quando si pensa al gioco d’azzardo la mente corre subito ai moderni casinò online, piattaforme sicure e professionali che consentono ai giocatori di trascorrere qualche piacevole ora in un contesto digitale di divertimento.
Tuttavia, i giochi d’azzardo hanno origine ben più remota nel tempo e, anzi, non è errato affermare che già nell’epoca classica – e nell’antica Roma in particolare – esistevano delle case che erano dirette antesignane dei moderni casinò.
A cosa giocavano gli antichi?
Evidentemente, per tracciare un filo conduttore tra i giochi antichi e quelli contemporanei, ci vuole un po’ di fantasia.
Per esempio, uno dei giochi d’azzardo più diffusi in epoca romana era il par impar, equivalente al moderno pari o dispari.
Un giocatore celava nel proprio pugno dei piccoli oggetti (di solito noccioline o sassolini) e l’avversario doveva indovinare se il numero fosse pari o dispari.
Coloro che assistevano al gioco potevano scommettere sulla quantità di oggetti che il giocatore teneva in mano.
Simile anche il meccanismo del capita aut navia, il novello testa o croce, mentre un po’ più complesso era il funzionamento del gioco degli astragali, piccoli ossicini a forma di cubo su cui erano incisi i numeri.
I giocatori dovevano indovinare il totale per ogni lancio, dopo che il lanciatore li aveva fatti girare nei fritilus, un bussolotto che serviva a rassicurare gli scommettitori sull’assenza di brogli.
Ad ogni modo, il gioco più diffuso era probabilmente quello dei dadi, le tesserae: segnati su sei lati da dei numeri, venivano lanciati su una superficie piana nel tentativo di indovinare l’esito del punteggio.
Il gioco d’azzardo nel Medioevo
Con il passare dei secoli il gioco d’azzardo ebbe alterne fortune e diverse declinazioni.
Nel Medioevo, per esempio, si era soliti trascorrere del tempo nelle baratterie, luoghi prevalentemente al chiuso, in cui si poteva puntare del denaro su alcuni giochi abbastanza semplici nel loro meccanismo di base.
Fino a questo punto, peraltro, il gioco d’azzardo non aveva positiva visibilità.
Si praticava infatti in luoghi poco raffinati, quelle taberne in cui il gioco si alternava alla prostituzione venendo considerato come un posto di malaffare, dove risse e frodi non erano certamente rari.
Le cose cambiarono gradualmente nella seconda parte del Medioevo, con l’introduzione delle già citate baratterie.
In queste bische pubbliche, riconosciute ufficialmente e tassate dalle autorità, si potevano praticare giochi con denaro in modo lecito.
In un secondo momento la loro sorte fu però molto simile a quella delle taberne.
Con il passare degli anni, infatti, i barattieri finirono con il gestire anche la prostituzione locale e crebbero in influenza e rilevanza fino a diventare osteggiati dai signori locali, che in buona parte dei casi optarono per la loro chiusura definitiva.
Ad ogni modo, in maniera lecita o clandestina, il Medioevo fu un periodo di diffusione di moltissimi giochi d’azzardo.
Alcuni di essi erano un’evoluzione di quelli già incontrati in epoca classica, mentre altri erano delle invenzioni tipiche di questo periodo.
Oltre che con i dadi, nel Medioevo si giocava spesso anche con le tavole.
Probabilmente il gioco più conosciuto in questo ambito era il Duodecim Scripta.
Si utilizzava una piattaforma creata appositamente per questo gioco e a ogni giocatore venivano assegnate le pedine bianche o quelle nere.
A questo punto si lanciavano i dadi per comprendere come spostare le pedine in avanti e riuscire in questo modo a conquistare quelle del giocatore avversario.
Il primo casinò a Venezia
Se però il gioco d’azzardo esiste sin dall’antica Roma, per assistere alla nascita dei primi veri e propri casinò si deve attendere il ‘600 e la Repubblica di Venezia.
Proprio nella Serenissima, nel 1638, sorse la prima casa da gioco, il Ridotto di San Moisè, considerato ad oggi il primo casinò al mondo.
Da quel momento in poi il fenomeno dei casinò, o dei ridotti, si diffuse rapidamente in tutta la città.
Si trattava di piccole case adibite a luoghi di ritrovo, in cui i veneziani potevano giocare, ballare e partecipare ad altri eventi mondani.
Sull’esempio di Venezia: la diffusione dei casinò
Per arrivare alla parola “casinò” che utilizziamo oggi, ci dobbiamo spostare invece fra il 1700 e il 1800.
In questo secolo infatti, le case da gioco diventarono famose in tutta Europa e alcune importanti realtà, come il rinomato casinò di Monte Carlo, nacquero proprio in questo periodo, sviluppando un aspetto decisamente più “moderno”, con edifici lussureggianti dove i ricchi borghesi si riunivano per giocare d’azzardo.
Oltreoceano le cose ci misero un paio di secoli in più per svilupparsi.
Se chi sta leggendo ha mai guardato un western, infatti, avrà certamente in testa l’immagine mentale dei “saloon” e dei cowboy sudati e incattiviti che si giocano a carte pistole, cinture e qualsiasi soldo in tasca.
Questo era infatti il luogo di base: piccoli bar e taverne.
Per vedere il primo casinò americano c’è da attendere il 1901, anno in cui un gruppo di operai intenti a posare binari ferroviari a Las Vegas si scontrò con l’esigenza di avere un ritrovo in cui giocare a carte e rilassarsi.
Anche se gli Stati Uniti fecero di tutto per frenare e proibire il gioco d’azzardo e i casinò, dopo i primi tre decenni del ‘900 le case da gioco clandestine erano ormai troppe e troppo apprezzate, specialmente a Las Vegas, costringendo il Nevada a legalizzare il gioco d’azzardo e vedere finalmente la nascita del primo resort dedicato al gioco d’azzardo: El Rancho Vegas.
La storia dei casinò americani va poi ad intrecciarsi a quella dei “gangster” e della malavita organizzata, un fenomeno che è stato sradicato dai grandi investimenti delle aziende che, dal 1960 in poi, convertirono sempre più strutture di Las Vegas in moderni casinò.
I casinò nell’epoca moderna
Da Venezia al resto del mondo il passo non è stato breve, ma continuo, tanto che, in fondo, oggi è possibile trovare un casinò in tutte le principali metropoli del mondo.
Tuttavia c’è stato un singolare mutamento attuato proprio dal cambiamento di prospettiva che il gioco d’azzardo ha subito nel tempo.
Se in passato scommettere soldi era un’attività da condannare e dove la malavita prendeva sempre la maggior parte del controllo associandovi prostituzione e illegalità di vario tipo, in seguito sono state le grandi aziende a preoccuparsi di creare spazi adibiti esclusivamente al gioco d’azzardo, in maniera legale.
Se oggi a Montecarlo troviamo l’originale casinò del 1863, sia negli Stati Uniti che in Medio Oriente e altrove la concezione del casinò come luogo dove giocare è simile, ma con sfumature molto diverse e una storia unica.
Prendiamo ad esempio Macao, ad oggi un vero tempio del gambling moderno.
Essa ha subito senza ombra di dubbio l’influenza dell’essere stata in passato (fino al 1999) una colonia portoghese, lo stesso popolo che ha creato il famoso casinò Estoril nel 1916.
Pensare che oggi Macao è una regione ad amministrazione speciale della Cina, che proibisce il gioco d’azzardo online, è certamente curioso!
Riguardo alla consacrazione dei casinò online come luogo virtuale di ritrovo per gli appassionati di gioco d’azzardo infine, sarà il 1994 a segnare la nascita del primo software per il gambling online da parte di Microgaming.
Dall’Asia all’Europa, fino ad arrivare agli schermi della nostra stanzetta di provincia, ormai giocare online in un casinò pieno di diversi tipi di scommesse è sempre più semplice e, se vogliamo, ci sono comunque gli edifici più rinomati ad aspettarci!
Gioco d’azzardo oggi: l’’avvento di Internet e i casinò online
L’ulteriore evoluzione dei casinò è stata quindi la dematerializzazione delle strutture di gioco.
È infatti oggi possibile entrare digitalmente in un vero e proprio casinò senza muoversi da casa.
Si apre il proprio notebook o un’app sul tablet o smartphone ed è fatta.
Ma come funziona il settore legale?
Dopo alcuni anni di “Far West” (per rimanere in tema western) fatto di truffe online e poca regolamentazione, le licenze nazionali hanno sostituito in gran parte quelle internazionali.
In Italia gli operatori che intendono proporre i propri servizi di gioco a distanza alla clientela devono ottenere una certificazione da parte dell’ADM, l’authority nazionale che disciplina il gioco e che concede la licenza necessaria per operare solamente se vengono rispettati alcuni rigidi requisiti.
Ottenere il certificato è un processo lungo e difficile (e costoso).
Si fanno numerosi controlli che hanno, in parte, risolto il problema dei payout falsificati e delle pratiche scorrette (almeno alcune).
Fino a prima del coinvolgimento dell’ex-AAMS, infatti, l’unica fonte per sapere quali casinò rispettavano i propri giocatori erano i siti di recensioni.
Ad oggi, esse restano ancora estremamente importanti per segnalare comportamenti scorretti e, soprattutto, per districarsi nel mare di nomi, offerte e promozioni, indicando quali sono le più vantaggiose e interessanti.
Attualmente in Italia sono legali esclusivamente i casinò con licenza ADM, nonostante sia comunque possibile giocare su siti privi della stessa, a patto di accettare i rischi.
Le licenze ADM sono pubblicamente consultabili sul sito dell’Agenzia.
Basta inserire il numero della concessione per verificarne l’esistenza.
Chi vuole tentare la fortuna?
Esistono realtà come Planetwin365 casinò che, proprio grazie alle continue recensioni positive negli anni, ha ottenuto un grande seguito ed è diventato un punto di riferimento del gambling online.
Chissà che faccia farebbero i primi veneziani vedendo il nostro mondo oggi, ostregheta! (Foto da: storicang.it, labellarivoluzione.it, taccuinigastrosofici.it, leccenews24.it, slot-mania.it e gamelegends.it).
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