Ringrazio la rivista Vivesani per aver menzionato il mio blog
Com’era il gioco dei dadi nel Medioevo?
Oggi, grazie alle nuove tecnologie, possiamo realizzare un’infinità di giochi per cui prima era necessario avere dei materiali o dei “pezzi” oltre a uno o più avversari.
Con i videogiochi o portali come i siti web-casinò, attualmente la scelta di giochi come slot machine online oppure di carte, è pressoché infinita.
Ma soffermiamoci sul gioco dei dadi, quello in cui i giocatori scommettono sulle possibili combinazioni che si generano lanciando due dadi.
Qual è la sua storia?
Sapete che nel Medioevo era molto amato?
Le origini del gioco dei dadi
L’origine del gioco dei dadi è alquanto incerta, anche se c’è chi crede che siano stati gli antichi egizi a inventarli.
Tuttavia, il dado più antico mai rinvenuto fu trovato in Persia e ha circa 5.000 anni.
Sono noti per essere stati utilizzati in Cina o in India intorno al 2000 aC; Anche i Greci, i Romani e gli Arabi erano molto affezionati ad essi.
Sarebbero stati i cavalieri delle Crociate ad aver importato il gioco dei dadi in Europa.
Erano generalmente realizzati con ossa di animali o avorio, sebbene siano stati trovati anche fatti in diversi tipi di materiali (pietra, legno, vetro, bronzo…).
Il gioco dei dadi nel Medioevo e la nascita delle sale da gioco
I dadi erano molto in voga anche nel Medioevo.
Al gioco partecipavano uomini, donne, bambini di qualsiasi ceto sociale.
C’è da dire che era comunque un gioco poco approvato dalla morale della società del tempo.
Fernando “El Católico” li amava molto e si dice che avesse trascorso lunghi periodi giocando a dadi nella sua tenda durante l’assedio di Granada.
Si giocava in qualsiasi luogo: nelle strade, nelle piazze, nelle osterie, nelle case, nei palazzi…
Si scommetteva tanto, così presto emerse nell’immaginario collettivo la figura proto tipica del “giocatore o baro”, un personaggio molto abile nel gioco che poteva arrivare a impegnare i suoi abiti o oggetti in suo possesso pur di continuare a giocare.
Ma i giochi di dadi potevano suscitare rabbia in chi perdeva e causare molte controversie, liti, risse e persino morti.
Per questo, e anche per il grande boom del gioco nel basso Medioevo, i comuni, per delega reale, iniziarono ad esercitare il controllo sulla loro pratica.
Così facendo ottenevano un importante beneficio fiscale e obbligavano a giocare, per un migliore controllo e sorveglianza, solo in determinati luoghi creati a tale scopo.
Fu così che nacquero quelle che oggi consideriamo sale da gioco.
I tentativi di proibire questo gioco
Per tutto il Medioevo il controllo del gioco e la sua proibizione si sono alternati a più riprese.
Prevaleva tuttavia la passione e la gente aggirava le leggi per continuare a giocare di nascosto nelle case, nell’osteria, in campagna.
Il gioco dei dadi nel Medioevo, legale o meno, era sempre presente nella società dell’epoca e, di fronte a questa realtà, i monarchi talvolta ritennero più pratico controllarla ed ottenere guadagni a beneficio del comune cittadino.
Così il controllo del gioco e i suoi divieti si alternarono per tutto il medioevo (Foto da: ravennaedintorni.it, accademiafabioscolari.it e tomshw.it).
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